La UE e gli Stati Uniti hanno definito un’intesa che modifica l’equilibrio delle relazioni sui dazi commerciali: aumenti sulle importazioni europee, maggiori acquisti energetici e militari verso Washington.
È stata ufficializzata la dichiarazione congiunta tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi commerciali. L’accordo prevede, da parte americana, l’applicazione di un’aliquota del 15% su un’ampia gamma di prodotti europei – fra cui vino, automobili, semiconduttori e legname – con effetto retroattivo dal primo agosto. Alcuni comparti, come l’automotive, vedranno la misura entrare in vigore solo dopo una riduzione concordata dei dazi UE su beni statunitensi. Dal primo settembre, altri prodotti come sughero, aeromobili, farmaci generici e chimica di base rientreranno invece nel meccanismo della “nazione più favorita”, aprendo a un regime tariffario diversificato. La Commissione UE dovrà ora convertire l’intesa in atti normativi, da sottoporre a Stati membri e Parlamento.
Energia, difesa e tecnologie: gli impegni europei
Oltre all’aspetto tariffario, l’accordo definisce una serie di obblighi commerciali per l’Europa, a partire da un piano di acquisti energetici da 750 miliardi di dollari entro il 2028: gas naturale liquefatto, petrolio e tecnologie legate al nucleare. Sul versante della difesa, Bruxelles si impegna ad aumentare l’importazione di sistemi militari americani, mentre l’agroalimentare e il settore ittico statunitensi beneficeranno di un accesso agevolato ai mercati europei. L’Unione si è inoltre impegnata ad acquistare semiconduttori per l’intelligenza artificiale per almeno 40 miliardi di dollari e a collaborare con Washington sui requisiti di sicurezza tecnologica.
Investimenti e acciaio, nodi strategici ancora aperti
L’intesa include anche un piano di investimenti europei in settori chiave degli Stati Uniti – fino a 600 miliardi di dollari entro il 2028 – con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione industriale bilaterale. Per quanto riguarda l’acciaio e l’alluminio, Bruxelles e Washington lavoreranno all’introduzione di contingentamenti tariffari, con l’intento di contenere la sovrapproduzione globale e tutelare le filiere. Restano invece esclusi dal negoziato i dossier normativi su Digital Market Act e Digital Services Act.