Coinvolti trasporti pubblici, scuola e università: Usb e sindacati di base mobilitati contro le forniture militari a Israele
Giornata di mobilitazione nazionale oggi, lunedì 22 settembre, con uno sciopero generale indetto dall’Usb e da altri sindacati di base (Cub, Sgb, Adl Varese), che interessa l’intero comparto pubblico e privato. La protesta — iniziata nella serata di domenica con l’astensione degli addetti alle autostrade — prosegue per tutta la giornata e si estende al settore ferroviario, al trasporto pubblico locale, alla scuola, all’università e ai servizi di traghettamento. Regolari, invece, i voli aerei. Alla base dello sciopero ci sono motivazioni sia politiche che sindacali: le sigle chiedono la cessazione delle forniture militari italiane a Israele e denunciano “l’economia di guerra”, insieme alle condizioni salariali e contrattuali giudicate insostenibili.
Nel settore ferroviario sono previste fasce orarie di garanzia — dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 — ma disagi sono attesi anche per i treni regionali e ad alta velocità. Analoghi problemi nel trasporto urbano: bus, tram e metropolitane si fermano con modalità variabili in base alla città. A Roma e Milano, le aziende di trasporto hanno già reso noti gli orari dei servizi minimi, mentre in Toscana e Umbria il servizio resta regolare. Possibili astensioni dal lavoro anche per i tassisti.
Proteste in oltre 60 città italiane
Accanto allo sciopero, si moltiplicano le iniziative di piazza: oltre sessanta i cortei organizzati su tutto il territorio nazionale. Al centro della protesta, il sostegno alla popolazione palestinese e la richiesta esplicita al governo italiano di interrompere le relazioni militari con Israele. I sindacati di base sottolineano la volontà di “rompere il silenzio” su ciò che accade nella Striscia di Gaza, denunciando la complicità — diretta o indiretta — di chi continua a fornire armi a uno scenario di guerra. Parallelamente, si pongono sul tavolo anche istanze più strettamente sindacali, tra cui l’aumento dei salari, la riduzione dell’orario di lavoro e la fine del precariato.


