Paolo Uggè, presidente di FAI-Conftrasporto, durante un intervento sulle criticità normative del trasporto rifiuti.
Paolo Uggè, presidente di FAI-Conftrasporto, durante un intervento sulle criticità normative del trasporto rifiuti.

FAI-Conftrasporto: eliminare il registro per il trasporto rifiuti

FAI-Conftrasporto propone l’abolizione del registro carico/scarico nel trasporto rifiuti, considerato un doppione del formulario Fir. L’iniziativa è stata lanciata durante Ecomondo, nell’ambito di un confronto sul sistema Rentri.

Nel contesto della rassegna Ecomondo dedicata all’economia circolare, FAI – l’organizzazione di categoria aderente a Conftrasporto – ha presentato una proposta legislativa per alleggerire il carico burocratico che grava sui trasportatori. Il focus è sull’eliminazione del registro di carico e scarico dei rifiuti per i vettori conto terzi, considerato un adempimento ridondante. Secondo FAI, la tracciabilità del trasporto rifiuti è già garantita in modo pieno dal formulario di identificazione (Fir), documento obbligatorio che accompagna ogni carico dal punto di origine fino alla destinazione finale. Il registro, ormai solo telematico, non viene utilizzato durante il trasporto e costituisce una duplicazione di dati già contenuti nei Fir.

Sanzioni sproporzionate e obblighi solo per alcuni

Il problema, ha sottolineato il rappresentante FAI Maurizio Quintaiè, si aggrava alla luce delle sanzioni introdotte dalla recente legge 147/2025, nota come “Terra dei Fuochi”. In caso di irregolarità nella tenuta del registro, le imprese rischiano sanzioni amministrative fino a 30.000 euro, oltre a misure accessorie che colpiscono solo i trasportatori conto terzi: sospensione dall’Albo gestori ambientali fino a 12 mesi e perfino sospensione della patente del conducente. Una disparità, secondo FAI, inaccettabile, poiché produttori e impianti non sono soggetti agli stessi obblighi e non figurano nemmeno nell’Albo.

FAI: il Fir è sufficiente a garantire la legalità

Secondo FAI-Conftrasporto, la normativa vigente introduce un carico documentale non necessario, che penalizza solo una parte della filiera del trasporto rifiuti. Il Fir, già previsto per legge, è in sé un documento completo e sufficiente a garantire la legalità dei flussi. “Il registro è solo la somma dei Fir – ha spiegato Quintaiè – e non serve ai fini operativi né migliora il controllo”. Da qui la richiesta di una revisione normativa che semplifichi il quadro regolatorio, evitando sovrapposizioni che rischiano di danneggiare chi opera legalmente nel settore. La proposta è ora all’attenzione delle autorità competenti.

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