La rete italiana di ricarica per veicoli elettrici supera i 70.000 punti attivi. Crescita solida ma a rischio, avverte Motus-E, che chiede interventi normativi e strategici per consolidare un’infrastruttura di ricarica fondamentale per la transizione energetica.
La rete italiana di ricarica per veicoli elettrici supera i 70.000 punti attivi. Crescita solida ma a rischio, avverte Motus-E, che chiede interventi normativi e strategici per consolidare un’infrastruttura di ricarica fondamentale per la transizione energetica.

Infrastruttura di ricarica, superata in Italia la soglia dei 70.000 punti: Motus-E lancia l’allarme sul futuro

Oltre 70.000 punti attivi e quasi 10.000 nuove installazioni in un anno: l’infrastruttura di ricarica per le auto elettriche continua a crescere, ma il settore chiede azioni concrete per mantenerne il ritmo.

Secondo il report aggiornato al 30 settembre 2025 di Motus-E, la rete pubblica italiana di ricarica per veicoli elettrici ha raggiunto quota 70.272 punti attivi, con un incremento di 2.711 unità nel terzo trimestre e quasi 10.000 su base annua. Sulla rete autostradale, i punti installati sono ora 1.274, di cui l’86% in corrente continua e il 63% con potenza superiore a 150 kW. La copertura delle aree di servizio ha toccato il 48%. In ambito regionale, la Lombardia guida con oltre 14.200 installazioni, seguita da Lazio, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. A livello provinciale, Roma si conferma in testa con 5.881 punti, davanti a Milano e Napoli. Segnali incoraggianti arrivano anche sul fronte delle colonnine attive: la quota di quelle installate ma non ancora collegate alla rete è scesa dal 18% al 14% in un anno, segno di un miglioramento negli iter operativi.

Le criticità strutturali che rallentano la transizione elettrica

Nonostante i numeri positivi, Motus-E mette in guardia su alcuni ostacoli persistenti che potrebbero compromettere lo sviluppo futuro dell’infrastruttura di ricarica. Il presidente Fabio Pressi sottolinea la crescente difficoltà per gli operatori nel sostenere gli investimenti richiesti, a fronte di un quadro normativo ancora incerto e frammentato: “Dall’anomalo ritardo dell’Italia nell’adozione dell’elettrico alle criticità regolatorie, l’intero sistema necessita di un cambio di passo”. Gli oltre 1,8 miliardi di euro investiti finora dal settore non sono sufficienti se mancano certezze, tempistiche chiare e un’adeguata pianificazione strategica. Pressi evidenzia la necessità di una collaborazione rafforzata tra pubblico e privato per rendere sostenibile e duratura la crescita dell’infrastruttura di ricarica, considerata sempre più centrale nel percorso di decarbonizzazione del trasporto.

Un manifesto per strutturare il futuro della mobilità elettrica

Proprio per affrontare queste criticità, Motus-E ha lanciato il manifesto “Ricaricare l’Italia”, una proposta tecnica e strategica per sostenere lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica a livello nazionale. Cinque le aree di intervento ritenute prioritarie: allineare i costi energetici italiani a quelli europei; semplificare le fasi di connessione con piena applicazione delle norme UE; completare la copertura autostradale per persone e merci; estendere a 20 anni le concessioni di suolo per rendere sostenibili gli investimenti; centralizzare la governance con strumenti di monitoraggio e pianificazione condivisi. Il documento mira a fornire una base operativa comune per Istituzioni, industria automotive ed energia. Per Motus-E, senza un’azione coordinata, il rischio è quello di vanificare i progressi ottenuti finora e rallentare la corsa verso una mobilità realmente sostenibile e competitiva.

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