Nel 2024, l’ecosistema dei veicoli commerciali leggeri (LCV) ha generato in Italia 108 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 4,9% del Prodotto Interno Lordo, sostenendo 1,53 milioni di posti di lavoro. A dirlo è la ricerca commissionata da Ford Italia alla SDA Bocconi in occasione del 60° anniversario del Transit, storico veicolo commerciale del marchio. La fotografia restituita dallo studio è chiara: l’economia su ruote, alimentata da artigiani, microimprese e professionisti, rappresenta una colonna portante della produttività nazionale. Se esteso all’Europa, questo comparto costituirebbe la sesta economia dell’Unione, dopo Germania, Francia, Italia, Spagna e Paesi Bassi. La Lombardia emerge come regione simbolo di questo legame, dove un veicolo commerciale su tre è firmato Ford.

Transizione verde e trasformazione digitale
La ricerca individua tre direttrici che stanno ridisegnando il ruolo dei furgoni nel lavoro quotidiano. La prima è la sostenibilità ambientale, oggi motivata da convenienza economica oltre che da necessità ambientali. L’elettrificazione dei mezzi consente di accedere alle ZTL urbane e di abbattere i costi operativi: l’E-Transit, ad esempio, garantisce risparmi fino a 12.000 euro in tre anni, grazie a una riduzione del 70% dei costi energetici e del 40% di quelli di manutenzione. La seconda rivoluzione è digitale: la “servitizzazione” del veicolo attraverso la telematica predittiva riduce i fermi macchina del 60%, anticipando guasti e ottimizzando i tempi di assistenza. Non è più il mezzo a contare, ma il servizio che è in grado di offrire.
Un furgone, molte vite: lavoro, libertà e modularità
Oltre alla produttività, il furgone evolve anche sul piano culturale e sociale. La terza trasformazione in atto è legata agli stili di vita: cresce l’uso dei campervan su base LCV, veicoli da lavoro riconvertiti in strumenti di evasione, nomadismo digitale e turismo su misura. A rendere possibile questa flessibilità è un’architettura modulare a tre livelli – meccanico, logico e organizzativo – che consente infinite configurazioni, dai furgoni refrigerati alle officine mobili. Il Transit diventa così non solo un simbolo del passato industriale, ma anche una piattaforma per la competitività futura, fondata su sostenibilità ed efficienza. Un veicolo che non celebra solo sessant’anni di storia, ma traccia nuove strade per l’economia reale.


