Nella Giornata internazionale del 25 novembre, la FAI richiama l’attenzione su iniziative strutturali per contrastare la violenza di genere sul lavoro nelle imprese di autotrasporto.
Negli ambienti dell’autotrasporto, la violenza di genere sul lavoro assume connotati specifici e spesso invisibili. È questo il messaggio lanciato oggi dalla FAI, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’associazione, che rappresenta le imprese del trasporto e non i lavoratori, evidenzia come, in un settore operativo e storicamente maschile, il cambiamento debba avvenire attraverso misure strutturali, non slogan. Nel contesto del rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro, siglato lo scorso 6 dicembre, sono stati introdotti strumenti concreti per tutelare le lavoratrici. Tra questi: assistenza legale per chi subisce aggressioni durante l’orario lavorativo, ampliamento del periodo retribuito di assenza per vittime di violenza da tre a cinque mesi, istituzione di Comitati territoriali per le pari opportunità e promozione di ambienti di lavoro più equi e inclusivi. Interventi che mirano a rendere il contrasto alla violenza di genere sul lavoro una prassi operativa, e non un’eccezione rituale del 25 novembre.
Azioni strutturali e cultura della responsabilità
Per la FAI, affrontare la violenza di genere sul lavoro significa cambiare contratti, firmare accordi, investire nella sicurezza reale delle lavoratrici. Una delle priorità segnalate è lo sviluppo di aree di sosta sicure, un tema spesso trascurato ma centrale per la tutela delle donne impiegate nella logistica e nei trasporti su gomma. Troppe professioniste continuano infatti a operare in condizioni di rischio, specie durante le soste notturne in luoghi isolati. «La violenza contro le donne non è un tema da ricordare una volta l’anno, ma una responsabilità quotidiana», ha dichiarato Carlotta Caponi, Segretario Generale FAI. «Nel trasporto abbiamo dimostrato che le cose possono cambiare davvero quando le imprese scelgono di agire e non di nascondersi dietro i simboli». Il messaggio è chiaro: servono gesti coerenti, non campagne di facciata. L’impegno delle imprese associate alla FAI si traduce così in politiche operative che puntano a normalizzare la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere sul lavoro come standard del settore.
Una sfida culturale e politica
Il nodo centrale, secondo la FAI, resta il cambiamento culturale. I simboli – fiocchi rossi, post commemorativi, slogan – sono importanti, ma non sufficienti. Occorre una transizione reale, che coinvolga il tessuto produttivo e decisionale. Le imprese dell’autotrasporto, conclude la nota, intendono continuare a lavorare in questa direzione, assumendosi il carico di una responsabilità che va oltre l’obbligo normativo. In questo quadro, la lotta alla violenza di genere sul lavoro si configura come terreno di prova per una nuova cultura del lavoro. Un impegno quotidiano, concreto e misurabile, che passa anche per la revisione dei modelli organizzativi e delle condizioni operative. Il 25 novembre può così diventare non solo una data simbolica, ma l’occasione per misurare i progressi reali.


