Abriola, Arval: mobilità sotto pressione, ecco le nostre soluzioni

Intervista a Massimiliano Abriola, Head of Consulting and ARVAL Mobility Observatory

Il contesto attuale, dominato da instabilità geopolitica, volatilità energetica e crescente pressione normativa, sta ridefinendo il ruolo delle flotte aziendali all’interno delle strategie corporate. “Oggi più che mai – spiega Massimiliano Abriola, Head of Consulting and ARVAL Mobility Observatory – la mobilità è un banco di prova concreto per la resilienza delle imprese: ridurre l’impronta ambientale, contenere i costi e garantire continuità operativa sono obiettivi che devono convivere all’interno della flotta”. In questo scenario, le flotte non sono più solo un costo da ottimizzare, ma un asset strategico su cui calibrare scelte industriali, identità di brand e performance ESG. “Le aziende non cercano più la mobilità perfetta in astratto – precisa Abriola – ma la mobilità più adatta alla loro mission, al contesto di mercato e alla propria identità ambientale e sociale”.

Dati: da informazione a insight

Le moderne flotte digitalizzate generano una mole crescente di dati. Ma i dati da soli non bastano: è necessario interpretarli. “Passare dalla semplice informazione all’insight operativo è il cuore della nostra consulenza” prosegue Abriola. “Affianchiamo le aziende lungo tutto il percorso: dalla generazione alla raccolta e normalizzazione dei dati, dalla loro analisi alla definizione di KPI misurabili”. Gli esempi concreti non mancano. “Abbiamo rilevato una correlazione con il miglioramento di 10 pts nello stile di guida e la riduzione del 2 per cento nei consumi reali di carburante e un calo superiore al 10 per cento degli eventi avversi alla sicurezza. Ulteriori sacche consistenti hanno riguardato l’abbattimento delle anomalie come i rifornimenti incoerenti o su veicoli viaggianti”, spiega. “Inoltre, nei casi con geolocalizzazione, i clienti hanno attivato una riallocazione intelligente dei veicoli, ottimizzando i tempi di produttività e aumentando la qualità del servizio”. La messa a terra del significato dei dati, in questa visione, diventa leva strategica non solo per l’efficienza ma anche per la compliance normativa e per la capacità delle aziende di rendicontare le proprie emissioni in ottica CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).

Il TCO è (ancora) il nodo cruciale

L’aumento del TCO è il nemico numero uno delle flotte. Per contrastarlo servono strategie articolate. Arval punta su digitalizzazione dei processi, selezione dei powertrain più efficienti per le missioni d’uso, ottimizzazione delle policy aziendali. “Non esiste una soluzione di mobilità perfetta in assoluto, oggi il tema della mobilità aziendale è affrontato con l’obiettivo di individuare la o le soluzioni di mobilità più efficienti rispetto al contesto e all’identità di ogni singola azienda”, precisa Abriola.

In questo senso, formule come il noleggio a lungo termine e il car sharing aziendale consentono di affrontare con flessibilità le dinamiche nei costi, evitando alle aziende l’onere di gestire rischi non coerenti con il proprio core business. “La flessibilità è la vera assicurazione contro l’incertezza – sottolinea Abriola – e il TCO è oggi valutato nel complesso della mobilità aziendale e in chiave dinamica, tenendo cioè conto di fattori come la stagionalità, le fluttuazioni nel costo dell’energia, l’usura differenziata dei veicoli etc.”.

Elettrificazione: tra necessità e strategia

La transizione energetica è una priorità dichiarata, ma tutt’altro che lineare. “Parlare di elettrificazione delle auto e degli LCV significa affrontare non solo il tema della tipologia di alimentazione dei veicoli, ma anche quella delle infrastrutture, dei cicli operativi e delle abitudini aziendali”, avverte Abriola. Alcuni settori – logistica urbana, manutenzioni, servizi di prossimità – sono già avanti. Serve in generale un approccio sartoriale: analisi di idoneità, simulazioni di TCO, fabbisogni energetici, dimensionamento dei punti di ricarica on site e mix di approvvigionamento pubblico fast/ultra fast, roadmap di conversione. “L’elettrificazione è una sfida di sistema – continua Abriola – che impatta anche la composizione degli orari di lavoro che contemplano i tempi di fermo ricarica, la pianificazione dei percorsi, la cultura dei driver e le logiche di stoccaggio e carico”. Per supportare l’elettrificazione, Arval ha sviluppato soluzioni di ricarica integrate, in collaborazione con autorevoli partner, come il servizio Charge & Lease che prevede la fornitura, la progettazione e la realizzazione di infrastrutture di ricarica presso le sedi aziendali e una gestione smart degli indicatori di performance. Il primo progetto ufficiale di BNP Paribas Mobility in Italia, che ha l’obiettivo di supportare le aziende nel proprio processo di transizione energetica e nell’infrastrutturazione delle proprie sedi tramite le migliori soluzioni finanziarie, consentendo al cliente di dilazionare il costo del progetto attraverso una locazione operativa e godendo così di tutti i vantaggi fiscali e operativi della formula.

Governance, competenze e nuovi ruoli

L’evoluzione della mobilità aziendale comporta anche una trasformazione organizzativa. “Se nelle PMI è spesso una sola figura a gestire più ambiti e necessita di un supporto consulenziale molto mirato, nelle realtà strutturate la gestione della flotta interessa concretamente più soggetti aziendali – spiega Abriola. – Serve favorire una governance condivisa, dove operano in sinergia di obiettivi fleet manager, travel & mobility manager, facility manager, energy manager, responsabili IT e HR”.

Occorre affrontare una trasformazione che non è solo tecnologica, ma anche economica, di processo e (soprattutto) culturale. “Un aspetto spesso sottovalutato – aggiunge Abriola – è proprio la necessità di costruire una visione end-to-end della mobilità e di comunicare e ingaggiare tutti gli stakeholders su obiettivi, KPIs e gap di esperienze: dai driver con lo stile di guida e le abitudini di ricarica, fino ai manager chiamati a leggere i dati e a prendere decisioni su base predittiva”. 

Una transizione end-to-end

Oggi la mobilità non può più essere gestita come un ambito isolato. Arval ha strutturato un’offerta integrata che abbraccia consulenza, veicoli, infrastrutture, energia e digitalizzazione. “L’obiettivo è accompagnare i clienti nella creazione di ecosistemi di mobilità efficienti e sostenibili”, chiarisce Abriola. Dal fotovoltaico allo storage, dalle piattaforme di gestione smart alle logiche di fleet pooling, l’intervento è sempre più end-to-end. Con l’ambizione – condivisa a livello di gruppo con la nascita di BNP Mobility – di anticipare trend e trasformare le complessità in opportunità concrete attraverso visione, specializzazione e capacità di execution”.

La mobilità del futuro è purpose driven

Guardando avanti, le tendenze sono chiare. “Vediamo una forte accelerazione su tre fronti: elettrificazione integrata, uso esteso dei dati, e centralità del purpose” spiega Abriola. “Oggi più che mai, le decisioni di mobilità devono generare efficienza e comunicare identità”. Il tema del purpose – cioè dell’allineamento tra scelte aziendali e valori dichiarati – è un elemento centrale che influenza reputazione, attrattività per i talenti, accesso a fondi legati a tematiche ESG e trasmette fiducia sulle fondamenta della propria competitività nel mercato. “La flotta operativa – conclude Abriola – è visibile, misurabile; va oltre la sua funzione primaria, costituisce una forte leva di competitività e un potente biglietto da visita che riflette il posizionamento e la distintività dell’azienda che rappresenta”.

La mobilità come leva di benessere

Parlare di flotte operative e benessere dei dipendenti può sembrare una forzatura. Ma non lo è. “Per molti lavoratori, il veicolo è a tutti gli effetti un ufficio mobile”, sottolinea Abriola. E la qualità del mezzo – silenziosità, fluidità di guida, connettività, sicurezza attiva e passiva – incide direttamente sullo stress, sul comfort e sulla produttività. La mobilità alternativa, poi, è una leva sottile ma efficace anche sul fronte HR. Strumenti come il car sharing aziendale o la mobilità leggera permettono di ampliare l’accesso ai servizi di mobilità a un numero crescente di dipendenti. “Per esempio, un veicolo aziendale condiviso, accessibile via app e prenotabile on demand, è un plus tangibile che vale molto più del suo investimento” prosegue Abriola. Infine, c’è un tema di consistenza. “I dipendenti si riconoscono nei valori dell’azienda. L’impresa che investe nella transizione ecologica e nella mobilità agisce su una leva valoriale che rafforza il senso di appartenenza e sostiene la retention. Oggi più di ieri, queste scelte rappresentano anche un messaggio culturale”.

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