Assotir torna a sollecitare un intervento legislativo per arginare l’eccesso di intermediazione nel settore dell’autotrasporto. L’appello è stato rinnovato durante il convegno “Filiera Logistica: dare valore all’Autotrasporto”, svoltosi presso la Camera dei Deputati.
Nel corso dell’incontro, la presidente di Assotir, Anna Vita Manigrasso, ha chiesto a Governo e Parlamento di attuare il Regolamento UE 1055/2020, che impone alle imprese di autotrasporto una proporzione tra fatturato, personale e parco mezzi. Una misura necessaria per riportare equilibrio in un mercato oggi dominato da operatori poco strutturati, che gestiscono contratti milionari senza adeguate risorse, per poi affidarli in subvezione. “Serve determinazione politica – ha dichiarato – per evitare che l’intermediazione senza regole continui a danneggiare le imprese reali”. Secondo Manigrasso, l’iter di recepimento è in grave ritardo: le precedenti deleghe sono scadute e l’attuale proposta normativa è ferma da due anni. “Ora restano solo 18 mesi per completare il processo – ha aggiunto – ma serve una chiara volontà di procedere”.
Trasparenza nella filiera e responsabilità condivise
Il tema della tracciabilità dei passaggi contrattuali lungo la filiera è stato al centro anche dell’intervento del segretario generale di Assotir, Claudio Donati, che ha evidenziato l’anomalia di un sistema in cui “si tracciano ore di guida, consumo di carburante, pedaggi, ma non i passaggi tra i soggetti che intermediano il trasporto”. Un’anomalia che genera intermediazione opaca, stimata in almeno 4-5 miliardi di euro su un giro d’affari di 60 miliardi. Donati ha ribadito la richiesta di introdurre obblighi minimi per chi vuole operare nell’intermediazione: personale adeguato, mezzi propri, responsabilità documentata. Il professor Massimo Campailla, docente di Diritto della Navigazione, ha invece proposto la reintroduzione della scheda di trasporto, utile per rendere applicabile il principio della responsabilità condivisa tra committente e vettore. Oggi, ha spiegato, la mancanza di strumenti chiari rende difficile identificare la catena operativa reale. In un sistema digitalizzato, ha concluso, tali complessità possono essere superate con facilità.