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Autotrasporto in affanno: ANITA chiede soluzioni per il corridoio Baltico-Adriatico

5 Settembre 2025
1 min read

Il presidente Masotti lancia l’allarme: il settore sconta carenze croniche. ANITA chiede interventi su Lisert, Brennero e carenza autisti

Nonostante un’evoluzione positiva delle imprese più strutturate, capaci di adattarsi a nuove logiche di mercato e sostenibilità, l’autotrasporto italiano soffre ancora di gravi squilibri. A lanciare l’allarme è Massimo Masotti, presidente della Sezione Trasporti Internazionali di ANITA, che in un’analisi ampia e articolata segnala come il comparto sia zavorrato da problemi cronici: la carenza di autisti e operatori, la mancanza di coordinamento istituzionale con le categorie coinvolte, e infrastrutture non sempre adeguate. Il caso del casello del Lisert in Friuli Venezia Giulia – da tempo inadeguato per morfologia e flussi – viene citato come esempio emblematico. La sua riprogettazione, secondo Masotti, andrebbe considerata una priorità per il miglioramento della viabilità legata ai porti di Trieste e Monfalcone.

Intermodalità e corridoio Baltico-Adriatico: obiettivo ancora lontano

Nel dibattito sulla sostenibilità e sull’efficienza logistica, il corridoio Ten-T Baltico-Adriatico torna al centro dell’attenzione. Masotti riconosce le potenzialità dell’intermodalità, evidenziando come diversi terminal in FVG siano già pronti a ricevere merci via treno. Tuttavia, il passaggio effettivo da gomma a rotaia – attraverso servizi come la Ro-La – appare ancora troppo limitato. L’obiettivo europeo di uno shift modale al 50% è, nei fatti, distante. Per colmare il divario servono servizi ferroviari più economici e regolari, oltre a un reale coordinamento transnazionale. La recente chiusura della superstrada H4 in Slovenia, decisa senza il coinvolgimento del settore, ha dimostrato quanto la mancanza di concertazione possa impattare negativamente sul traffico commerciale internazionale.

Brennero, una penalizzazione storica ancora irrisolta

Infine, resta irrisolto il nodo del Brennero, da decenni punto critico per il traffico merci verso l’Europa centrale. I divieti austriaci, che colpiscono il solo traffico di transito e non quello locale, continuano a rappresentare una penalizzazione evidente per l’export italiano. Il problema, secondo ANITA, non riguarda solo l’autotrasporto ma l’intero sistema economico nazionale: tempi più lunghi, costi più elevati, competitività ridotta. Soluzioni strutturali – come un regime armonizzato o misure compensative – restano auspicabili, ma tardano ad arrivare. In un contesto dove la domanda di traffico cresce, non intervenire rischia di compromettere la tenuta stessa del sistema logistico italiano.

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