L’interesse del colosso indiano per Iveco Group agita i mercati e solleva forti preoccupazioni sociali. Il brand Exor al centro delle trattative.
Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, avrebbe avviato contatti per una potenziale vendita di Iveco Group, attiva nella produzione di veicoli industriali. L’interesse principale proviene da Tata, il conglomerato indiano già noto per l’acquisizione di Jaguar Land Rover. L’effetto immediato è stato l’impennata in borsa del titolo Iveco Group, che ha superato quota 16,6 euro con un rialzo superiore all’8%. Il mercato sembra dunque interpretare positivamente l’ipotesi di una transazione, vedendola come un’occasione per rilanciare il brand su scala internazionale. Seppure manchino conferme ufficiali, l’intensificarsi delle indiscrezioni lascia ipotizzare che l’operazione sia in fase avanzata. Non è la prima volta che un acquirente estero si interessa a Iveco: già in passato Faw aveva esplorato questa possibilità, poi sfumata.
Rapporti industriali e nodi strategici
La trattativa con Tata si inserisce in un contesto di rapporti consolidati tra le due famiglie imprenditoriali. Ratan Tata e Giovanni Agnelli avevano legami di lunga data, proseguiti con John Elkann, presenza costante in eventi chiave del gruppo indiano. A ciò si aggiunge una storia di collaborazioni tecniche – in particolare sui motori diesel – che rafforzano la fiducia reciproca. Parallelamente, Iveco starebbe valutando anche la cessione della divisione difesa (Idv), con Leonardo pronta a investire 1,6 miliardi per acquisirla. Tuttavia, lo scenario solleva timori sul fronte occupazionale: le sigle sindacali, da Fiom a Uilm, chiedono chiarezza e garanzie per i 14.000 lavoratori, sollecitando l’intervento del governo attraverso il golden power.
Cessione Iveco tra opportunità e rischi
La questione cessione Iveco rappresenta un bivio delicato per l’industria italiana. L’eventuale ingresso di Tata potrebbe aprire nuove strade di investimento e innovazione, ma espone al rischio di una progressiva erosione del controllo nazionale su un asset strategico. La politica segue da vicino il dossier, consapevole delle implicazioni non solo economiche ma anche sociali e tecnologiche. Exor, ancora una volta, si trova a dover bilanciare visione internazionale e responsabilità verso il sistema produttivo italiano.