La Legge di Bilancio 2026, nella sua formulazione attuale, introduce una misura destinata a incidere profondamente sulla liquidità dell’autotrasporto. A partire dal 1° luglio 2026, anche le imprese – e non più solo banche e intermediari finanziari – non potranno più compensare i crediti d’imposta con i propri debiti previdenziali e contributivi. La nuova disciplina ammetterà la compensazione soltanto per i crediti risultanti dalle dichiarazioni annuali, escludendo tutti quelli derivanti da agevolazioni, bonus o rimborsi fiscali periodici, come nel caso dell’accisa sui carburanti. Una stretta normativa che, secondo Confartigianato Trasporti, mette a repentaglio la stabilità finanziaria di un intero comparto, già segnato da rincari, instabilità e incertezze operative.
Rimborso accise a rischio: colpo diretto alla liquidità
Tra le conseguenze più gravi del provvedimento vi è l’impossibilità di compensare i crediti d’imposta derivanti dal rimborso accise, una delle principali voci fiscali a favore delle imprese di autotrasporto. Confartigianato Trasporti sottolinea che tale divieto genererebbe un forte esborso immediato di risorse, compromettendo la gestione finanziaria ordinaria e aumentando il rischio di insolvenze o omissioni nei versamenti contributivi, soggetti a pesanti sanzioni. “Si tratta di una norma che rischia di compromettere la pianificazione finanziaria di migliaia di imprese”, ha dichiarato il presidente Amedeo Genedani, evidenziando come la riduzione forzata della liquidità possa produrre effetti a catena sull’intero sistema produttivo. L’allarme lanciato dall’associazione si inserisce in un contesto economico già fragile, dove ogni riduzione della liquidità operativa può trasformarsi in crisi di sostenibilità aziendale.
Appello al Governo: salvaguardare la tenuta finanziaria del settore
Per Confartigianato Trasporti è urgente rivedere la norma prima dell’approvazione definitiva della manovra. L’associazione si è già attivata con le istituzioni competenti e chiede una correzione del testo per salvaguardare l’attuale disciplina delle compensazioni. “Sarebbe un errore imperdonabile non cancellare questa norma”, ha aggiunto Genedani, che parla apertamente di “effetti devastanti” sul settore. Insieme ad altre rappresentanze, Confartigianato Trasporti auspica che si intervenga in sede parlamentare per preservare uno strumento fondamentale come la compensazione fiscale, essenziale per garantire liquidità all’autotrasporto e sostenibilità finanziaria alle migliaia di imprese che vi operano. Una misura tecnica, ma dalle implicazioni pratiche enormi – e potenzialmente dannose – per un’intera categoria produttiva.


