Intervista a Maurizio Di Blasio, Senior Sales Engineer
È decisamente ampio il portafoglio di soluzioni per la gestione dei veicoli offerto da Webfleet, marchio appartenente al mondo Bridgestone, portatore di un’eredità costruita in oltre 25 anni di storia. Oggi messi a frutto per trattare con i guanti adeguati un settore che sta per essere investito dall’ondata dell’intelligenza artificiale. Ne parliamo con Maurizio Di Blasio, manager da sempre impegnato sul tema, prima allo sviluppo di soluzioni software, oggi in attività di consulenza mirate ad accompagnare le aziende, e non solo di trasporto, nel passaggio ad una gestione razionale dei dati.
Maurizio Di Blasio, iniziamo dal raccontare quali sono i servizi proposti dalla vostra piattaforma e qual è il vostro target cliente?
Webfleet è una suite di strumenti pensati sia per chi sta a bordo dei veicoli che per chi gestisce la flotta: è una piattaforma orizzontale, e questo è un primo punto che ci caratterizza, parlando sia a chi trasporta, ma anche a chi si occupa di service and maintenance, a chi utilizza macchine movimento terra, a chi gestisce la logistica dei semirimorchi e di tutti gli asset motorizzati come compressori o muletti. I nostri maggiori clienti si occupano proprio di service and maintenance, e quindi parliamo ad esempio di utilities di energia, ma anche di servizi pubblici come il trasporto passeggeri. La seconda chiave che ci differenzia è la grande spinta verso l’innovazione, e faccio su questo un riferimento al nostro approccio alla telematica che prevede anche l’ausilio di dashcam per l’oggettivazione dei dati rilevati, la sicurezza di conducente e ambiente esterno e la compliance verso il tema assicurativo. Infine, si può dire che sul fronte della connettività garantiamo una copertura totale di tutti i possibili ambiti applicativi: oltre alla telematica sui veicoli, abbiamo, ad esempio, la gestione dei pneumatici e quella della temperatura controllata. Il nostro obiettivo è di offrire una vista sui dati che sia il più possibile aggregata, e soprattutto semplice da usare da parte dei fleet manager.

Forse è questa elasticità a rendere la vostra offerta appetibile anche quando si confronta con le proposte native che accompagnano i prodotti?
Sicuramente. Tutti i costruttori OEM tendono a fornire una soluzione nativa, performante, verticale e ricca di dati, ma le aziende difficilmente sono monomarca e altrettanto difficilmente si accontentano dell’informazione tecnica. Noi diamo una lettura del dato dal punto di vista operativo: la nostra esperienza è stata costruita in 25 anni di attività, e questo nella telematica è un discreto lasso di tempo. Siamo abituati da decenni a dare risposte precise alle aspettative dei clienti, che hanno bisogno di affidarsi a un sistema capace di semplificare l’attività di organizzazione del business e di efficientare i costi. Ma occorre spiegare bene qual è il vantaggio che deriva dalla nostra soluzione integrata, organizzata su dati che dialogano tra di loro, perché i clienti possano apprezzarne il valore anche attraverso il riconoscimento di un prezzo commisurato al livello di servizio offerto.
L’idea però è che chi investe per un sistema utile poi possa rientrare dalla spesa con un taglio significativo dei costi gestionali.
Di più. Prendiamo il tema dei certificati bianchi, che sono un riconoscimento che l’azienda ottiene se dimostra di aver risparmiato energia – dunque carburante, nel caso degli autotrasportatori – in una determinata finestra di tempo. Questi titoli, una volta assegnati, possono essere ceduti dall’azienda e convertiti in denaro, con un vantaggio economico che sostanzialmente si raddoppia. Quindi non solo Webfleet offre la possibilità di risparmiare grazie all’adozione dei suoi prodotti e dei suoi servizi ma traduce anche in dato il valore del saving per renderlo disponibile per la successiva comunicazione all’ente incaricato della verifica.Inoltre, Webfleet offre la possibilità di avvalersi di utili strumenti divulgativi – come e-book e webinar dai contenuti esclusivi – per consentire ai clienti di avere a disposizione tutte le informazioni utili.
La vostra è una proposta completa, ma qual è il livello di customizzazione che garantite alle aziende nella definizione del pacchetto cliente?
La scalabilità della soluzione è sicuramente un punto di forza, essendo noi in grado di inserire nel pacchetto solo gli strumenti che davvero servono, per evitare la complessità e ridurre i costi. In più i nostri strumenti sono pensati per essere altamente configurabili dal punto di vista del profilo utente, per poter differenziare l’accesso alle funzionalità e garantire facilità d’uso e assoluta privacy. È altresì customizzabile la parte di reportistica, questo perché non vogliamo obbligare l’azienda ad un successivo rapporto di consulenza, preferendofornire in fase iniziale il nostro training, che tra l’altro è compreso nel prezzo, e lasciare poi l’azienda libera di utilizzare la piattaforma in autonomia. Ovviamente nei confronti di chi non abbia le risorse, o gradisca un rapporto diverso, garantiamo il nostro totale supporto con la disponibilità ad essere presenti finanche nella quotidianità del business, grazie anche alla collaborazione dei nostri Partner sul territorio.
Com’è cambiato negli ultimi anni l’atteggiamento delle aziende di trasporto nei confronti delle soluzioni di telematica?
Sempre più aziende sono propense a valutare l’adozione di sistemi tecnologici, comprendendone il valore: la mentalità sta cambiando e questo è dovuto anche al passaggio generazionale che si sta verificando in tante realtà, con i nativi digitali che approcciano con maggiore energia e tranquillità il cambiamento. Le difficoltà si riscontrano soprattutto nelle medie e piccole aziende che spesso, a differenza di quelle più strutturate, non hanno risorse per gestire i nuovi strumenti, e magari adottano la soluzione senza poi sfruttarla al 100 per cento, a causa della mancanza di figure che possano essere incaricate di portare il dato all’interno del processo aziendale. Da questo punto di vista il Nord Europa è avanti nel processo, con le imprese che ritengono assodata la necessità di acquisire una soluzione telematica e che quindi si concentrano solo sulla scelta della più adatta. Diciamo che in Italia, così come in altri Paesi del Sud Europa, il passaggio dal foglio di carta a quello Excel, e dal semplice file al gestionale digitale è stato più lento, e in tante realtà è tuttora in corso.

Maurizio Di Blasio, che cosa succederà nei prossimi dieci anni nel settore della gestione delle flotte? I camion si guideranno da soli e l’intelligenza artificiale sarà il futuro fleet manager?
Intanto, come dicevo prima, possiamo scrutare i prossimi anni guardando a Nord, dove le cose succedono sempre un attimo prima. Il che non è per forza un male, perché noi poi abbiamo il vantaggio di conoscere le strade che non portano a nulla senza doverci impegnare in prima persona. Un importante aspetto di cambiamento riguarderà sicuramente l’ingresso su larga scala dell’intelligenza artificiale: come Webfleet stiamo già procedendo a effettuare implementazioni: ad esempio abbiamo la videotelematica che utilizza proprio strumenti di AI per riconoscere i comportamenti di guida e per aiutare i conducenti durante la loro attività, quindi per dare consigli o persegnalare dei pericoli imminenti. Abbiamo anche applicazioni indirizzate al fleet manager che permettono di richiamare i dati senza dover cercare in tutti i report: basta interrogare un assistente virtuale e questo, in pochi secondi, estrapola il valore richiesto. Il fleet manager sarà sempre più supportato da questi… chiamiamoli “oggetti”, e non “agenti”, che è un nome un po’ inquietante…
Senza sostituirlo…
Direi proprio di no, senza sostituirlo ma aiutandolo ad essere più efficiente e più preciso. Questo sarà il compito dell’AI, intervenire dove ci sono inefficienze, non sostituire il lavoro umano. Come nelle officine, ambienti in cui l’intelligenza artificiale potrà davvero fare la differenza, e penso ad esempio alla diagnostica, un processo oggi costoso e complesso: svolgendo in anticipola manutenzione, la parte operativa, infatti, sarà sempre più economica.
Qual è ad oggi il rischio connesso alla cybersecurity quando si parla di connettività?
Certamente esistono ovunque finestre di accesso, che si moltiplicheranno a dismisura con la diffusione dell’intelligenza artificiale. Noi da tempo progettiamo le nostre soluzioni , non solo i software, ma anche i sistemi hardware, con una grande attenzione alla sicurezza. Ciò proprio per prevenire ed evitare accessi indebiti ai dati: questo è uno dei motivi che dovrebbero spingere le aziende ad affidarsi su questa materia a professionisti come noi, con quella lunga storia alle spalle che ci ha insegnato che i dati sono fondamentali, ma che bisogna saperli gestire.
Maurizio Di Blasio – La bio
Milanese, classe 1966, Maurizio Di Blasio ha dedicato fin qui la sua carriera prima allo sviluppo e all’analisi di software, poi alla telematica nel ruolo di consulente nelle fasi di pre e after sales. “Aiuto le aziende ad adottare la tecnologia giusta e ad inserirla nei processi quotidiani”. Runner amatoriale, Maurizio è appassionato di musica e suona, insieme alla rock band fondata insieme agli amici di sempre, il basso elettrico: “Pink Floyd, Queen, musica che oggi i giovani non conoscono, ma che è da salvaguardare e tramandare come il più prezioso dei dati”.