Furti di carburante, assalti a container in sosta, carichi rubati con tecniche paramilitari: l’autotrasporto è nel mirino della criminalità organizzata. Secondo Trasportounito, l’associazione di categoria, il fenomeno è in rapida espansione nonostante i dati dei primi mesi dell’anno facessero sperare in un calo. Le aree più colpite includono il nodo autostradale milanese – dove convergono A1, A4, A50 e A64 – ma anche il Lazio (Valmontone), la Toscana (Valdarno, Incisa), l’Emilia (Bologna) e la Puglia. Gli attacchi sono spesso caratterizzati da un’elevata organizzazione: blocchi stradali improvvisi, uso di mezzi rubati e spargimento di chiodi a tre punte per ostacolare gli interventi di soccorso. I dati raccolti indicano un chiaro ritorno all’allarme sicurezza: quasi un terzo dei furti avviene con veicoli in sosta forzata, lungo strade e piazzali industriali, in zone prive di sorveglianza.
Aree di sosta senza controllo, criminalità in agguato
“Alcune aree risultano completamente esposte, con un calo evidente della presenza delle forze di polizia”, afferma Maurizio Longo, Segretario generale di Trasportounito. Le imprese denunciano l’impossibilità di garantire la sicurezza dei mezzi durante le soste obbligatorie previste dal regolamento europeo – 45 minuti ogni 4 ore e mezza – che spesso avvengono in aree non attrezzate. Il risultato è una vulnerabilità strutturale che agevola l’azione delle bande criminali. A fronte di 289 camion in circolazione, esiste appena un’area sicura, dato che sottolinea il livello di esposizione. Trasportounito ha formalizzato la richiesta di un incontro urgente con il Ministro dell’Interno per avviare un tavolo permanente di confronto. L’obiettivo è rafforzare i controlli e installare sistemi di sorveglianza tecnologica nelle zone più sensibili.
Richieste concrete per un contrasto efficace
L’associazione propone un approccio pragmatico: più vigilanza sul territorio, installazione di telecamere intelligenti, condivisione dei dati tra imprese e forze dell’ordine. L’autotrasporto chiede che le misure non restino sulla carta ma vengano tradotte in interventi strutturali, per ridurre il rischio e tutelare il comparto logistico, vitale per l’economia nazionale. Il tema della sicurezza nel trasporto merci – keyword dell’articolo – si impone oggi come priorità non più rinviabile.


