Nel corso di un evento tenutosi presso il quartier generale di Travagliato, nel bresciano, Santi Cisterne ha presentato il suo nuovo semirimorchio cisterna autoportante, un prodotto che segna un deciso passo in avanti nella strategia del produttore, intenzionato, con la nuova proprietà, a crescere sul mercato interno e sulle piazze internazionali. Leggerezza, robustezza e manovrabilità: queste le caratteristiche principali della cisterna pensata per rispondere efficacemente alle esigenze di trasporto di liquidi, sia alimentari che non alimentari.
“Le grandi innovazioni – ha dichiarato Luca Biagetti, CEO dell’azienda, al numeroso pubblico di clienti, fornitori, autorità e partner intervenuti alla presentazione – partono da idee molto semplici, che poi si realizzano. Per progettare la nostra cisterna sarebbe stato più semplice prendere un prodotto della miglior concorrenza e fare ‘copy and paste’, ma volevamo superare i limiti che penalizzano i veicoli oggi in commercio. Come ci siamo riusciti? Innanzitutto il sistema di fissaggio della cisterna al telaio è stato effettuato tramite imbullonatura, esattamente come avviene con le nostre cisterne portate, e questo ci ha fornito un enorme vantaggio in termini di riduzione dei ponti termici e quindi un miglioramento significativo del k di isolamento. Risultato: una capacità coibentante decisamente superiore rispetto al resto del mercato”.
La storia della Santi Cisterne
Il sistema di imbullonatura è per sua definizione elastico, e questo concorre ad assorbire e compensare una parte delle sollecitazioni meccaniche che provengono dalla strada. “Inoltre – ha proseguito Biagetti – nel caso si rendano necessari interventi sul veicolo, la sostituzione dei fogli del rivestimento è molto più rapida, e di conseguenza i costi e i fermi sono più contenuti”. Il DNA di Santi è ben definito dall’ossimoro “robusta leggerezza”, e il nuovo prodotto non sconfessa questa direttiva che l’azienda bresciana segue da sempre: a parità di volumetria, se la cisterna è più leggera è possibile sfruttare meglio il fattore di riempimento e quindi, banalmente, per spostare la stessa quantità di merce sono richiesti meno viaggi con un minor consumo di gasolio e minori immissioni di CO2 in atmosfera.
“In Santi – precisa l’amministratore delegato – il green non è uno slogan. Oltre ad aver sempre puntato sulla leggerezza per ridurre i consumi, abbiamo applicato al veicolo appendici aerodinamiche forniteci dalla danese V-Spoilers. Trattasi di generatori di vortici in grado di spostare dietro la cisterna quelle turbolenze che, frenando i veicoli, determinano un aumento dei consumi. Grazie a queste appendici aerodinamiche, che abbiamo testato in galleria del vento, è possibile ridurre i consumi di gasolio, e quindi le emissioni di CO2, da un 3 a un 5 per cento. Ovviamente sul dato incidono anche altri fattori quali lo stile di guida dell’autista, il consumo del trattore, le condizioni atmosferiche, ma del valore percentuale, un terzo è il contributo della cisterna che monta le appendici. Una visione di innovazione – conclude Luca Biagetti – che è stata messa a terra da un team fantastico: i nostri progettisti, i nostri consulenti e soprattutto i nostri operai che durante la fase di prototipazione ci hanno fornito preziosi suggerimenti per ottimizzare il progetto”.