Scandipadova: l’artiglio del Grifone rimette a posto la natura

23 Maggio 2025
5 mins read
Da sinistra Edoardo Rossi, titolare Scandipadova, Luca Galesso e Davide Buson

Il telefono squilla in continuazione: la giornata è di quelle che nascono già a tinte forti nel quartier generale della B&P di Rovolon, comune incastonato nel parco dei Colli Euganei, a una ventina di chilometri da Padova. La notte scorsa infatti il meteo è stato impietoso e i lavori di ripristino dei corsi d’acqua imbizzarriti richiedono la presenza dello specialista nel trasporto di pietrame. Perché è questa la scienza esatta di competenza dell’azienda fondata da Giovanni Marchioro quasi trent’anni fa e oggi portata avanti da Monia, sua figlia, e dal genero Luca Galesso. Con il capostipite che, in attività fin dagli anni Settanta impegnato, prima di passare agli inerti, nel trasporto dell’uva da grappa, oggi continua a non mancare un giorno in azienda, come da migliore tradizione in ogni passaggio generazionale.

Parla di cave, arrampicate su fondi impervi e manovre in equilibrio sul bordo degli scenari naturali più sfidanti la missione della T.R.A., per eseguire la quale l’azienda ha scelto di investire da oltre vent’anni nel marchio Scania e nella vincente collaborazione con la concessionaria Scandipadova, in consegna proprio in questi giorni con due nuovi Super R560. Un lavoro tra l’altro dallo spessore sociale significativo, come emerge dal racconto che ci regala Luca Galesso. “L’attività della nostra famiglia – inizia a raccontarci l’imprenditore – è declinata su tre aziende: la B&P è stata la prima a nascere, nel 1997, e fornisce inerti e pietrame alle imprese che lo utilizzano nell’ambito di appalti con enti pubblici per lavori idraulici, protezione delle spiagge e ripristini delle sponde in caso di alluvione; la T.R.A. trasporta il materiale con 25 bilici, mentre la CEBA gestisce le cave, dove sono al lavoro ogni giorno scavatori, pale e mine. Come funziona? Dopo l’esplosione, il materiale sceso dal fronte cava viene separato con scavatori e pale gommate, movimentato su nastri trasportatori e caricato nella vasche”.

Quando si parla di “pietrame” Galesso si riferisce a sassi le cui dimensioni possono andare da 10 centimetri a due metri cubi, i cosiddetti “massi ciclopici”. “Siamo leader nel settore – prosegue Luca – anche come flotta, tutti bilici stradali, e tutti adibiti al trasporto di roccia. Inutile dire che per l’attività che devono svolgere chiediamo ai nostri mezzi prestazioni particolari. E gli Scania hanno sempre risposto al meglio alle nostre necessità: abbiamo iniziato ad acquistarli nel 2004 e oggi costituiscono la metà della nostra flotta. Ne sono appena arrivati due nuovi e Scandipadova ce ne sta consegnando altrettanti (sono tutti Super 560) più un otto cilindri preso per andare incontro alle esigenze di un autista che desiderava testare un V8”. Addirittura? – chiediamo. Li coccolate così tanto? 

“Siamo un’azienda familiare – risponde Galesso -: i miei suoceri, mia moglie, nostro genero Marco Moro, tre impiegate e 22 autisti. Che danno il massimo, esattamente come gli altri: le persone che ci scelgono poi restano. Abbiamo diversi collaboratori che sono con noi anche da 20, 25 anni, ma abbiamo recentemente inserito pure ragazzi giovani che hanno voglia di mettersi alla prova, e qui non mancano le occasioni. Nei momenti di emergenza se serve materiale sui luoghi colpiti dai disastri naturali si deve correre, viene persino sospesa la normativa sul tachigrafo per permetterci di prestare soccorso e arginare il problema il prima possibile. Abbiamo visto case trascinate via dall’acqua, persone disperate che ci incitavano a fare presto. Una notte un autista mi ha chiamato chiedendomi il permesso di tornare a casa: non ce la faceva più, lavorava da tante, troppe ore. Poco dopo mi ha ricontattato: stava tornando, non riusciva a riposare con le immagini di chi aveva perso tutto negli occhi. Per lavorare come autisti presso la nostra azienda serve tenuta psicologica, ma anche spiccate capacità di guida: le cave, gli argini e anche i pesi in gioco mettono a dura prova l’abilità dei guidatori: quando i sassi ciclopici si incastrano nelle vasche, ed è successo, serve tanta esperienza per smuoverli”. 

E Luca non si limita certo a dirigere “da genero del fondatore” l’attività dalla scrivania. “Oggi – ci spiega – mi occupo della logistica dei veicoli e tengo i rapporti con i clienti, ma ho trascorso più di dieci anni in cava e solo quando Giovanni mi ha chiesto espressamente di dargli una mano nella gestione del business, ho ritenuto fosse arrivato il momento di raggiungerlo. Ho imparato tutto da lui e oggi gestisco il lavoro in autonomia, ma sempre confrontandomi con chi ha creato tutto. Anche apportando delle piccole grandi rivoluzioni: oggi stiamo inserendo il gestionale della flotta, quando finora c’era stata un’associazione mentale immediata tra questi dispositivi e un’eventuale mancanza di fiducia nei confronti di chi guida. Stiamo anche utilizzando la telematica Scania sui nuovi veicoli: è uno strumento prezioso perché senza disturbare chi è al volante e soprattutto invece di passare la giornata al telefono a chiedere riscontri, è possibile verificare da remoto dove si trovano i mezzi e quante ore hanno ancora a disposizione gli autisti. Oggi i costi sono tanti e bisogna ottimizzare al massimo: e non è per controllare chi lavora, ma semplicemente per facilitare il lavoro a tutti e risparmiare”.

Anche la scelta degli Scania è stata propiziata da Luca. “I nostri trattori sono agganciati a vasche che trasportano sassi: un otto cilindri avrebbe vinto la partita in termini di potenza, ma avremmo avuto meno carico utile. Per questo, confrontandoci con Scandipadova, abbiamo optato per il 560, capace di assicurare sì le performance che ci servono, ma con una tara più contenuta. E anche i consumi ne beneficiano: rispetto ad altri brand si parla di tre, quattro punti di differenza, fino a 40 litri sul giro. “A parte la scelta della motorizzazione – interviene Davide Buson, responsabile commerciale di Scandipadova – i Super consegnati offrono sospensioni pneumatiche sull’anteriore, perfette per le zone offroad come le cave o le golene dei fiumi, e differenziale più robusto. Ma più in generale il nostro mezzo ha già in uscita di fabbrica quella forza, quell’affidabilità e le tarature giuste che servono all’attività della T.R.A., tra cui un corretto rapporto al ponte, per spuntare in salita al meglio senza inficiare i consumi”.

“Inoltre – riprende Galesso – man mano che abbiamo acquistato veicoli Scania, Scandipadova ci ha sempre supportato con ore di formazione, per permettere agli autisti di guidare i nuovi mezzi sfruttandone tutte le potenzialità. Ricordo quando per la prima volta accennai ai ragazzi che sarebbe venuto un professionista per ’spiegare’ i nuovi mezzi: reagirono male, lamentandosi del fatto che non avevano da imparare il mestiere da nessuno. Successe che un collaboratore venne quasi fatto scendere dal driver: ‘o mi ascolti e fai quello che dico, oppure smonti e vai a casa a piedi’ gli disse all’ennesima, inutile accelerata. Oggi è il miglior autista che abbiamo, quello capace della guida più efficiente, ed è lui che insegna agli altri. Avere cura dello stile di guida di chi porta i mezzi è stato un punto di svolta: un veicolo ben condotto non solo consuma meno gasolio, ma vengono anche meno usurati tutti gli altri componenti, a partire dai freni. Risultato: si rompe meno. Le macchine vanno rispettate”.

Per essere sempre pronte a partire e aiutare chi è in difficoltà. “Purtroppo c’è sempre più bisogno di interventi – conclude Luca Galesso – e il lavoro aumenta costantemente. Le cause? Il cambiamento climatico e l’assenza di politiche di prevenzione sul territorio. Quando c’è stata l’alluvione in Emilia Romagna siamo stati i primi ad intervenire insieme alle aziende incaricate dei lavori: gli argini sono alti e stretti, e spesso bucati dalle nutrie. Quando cade una quantità di acqua fuori dall’ordinario cedono. E poi bisognerebbe pulire i fondali altrimenti, continuando ad alzare il livello, la capienza si riduce e il disastro è dietro l’angolo. L’assurdità è che però a fronte di questa grande necessità di materiale, le concessioni sulle cave sono limitatissime e nelle stanze di chi le dispensa regna una burocrazia infinita. Le motivazioni sono ambientali, ma se da una parte non vogliamo deturpare le montagne per l’estrazione, dall’altra non possiamo neanche lasciare sconvolti dalle alluvioni i territori e le vite delle persone che ci abitano”. Salutiamo velocemente Luca e il suo team consentendogli di tornare a rispondere al telefono: dopo aver capito l’importanza del lavoro che svolgeranno i trattori del Grifone durante quel giorno e poi per tutta la loro vita, non vogliamo certo essere noi ad incastrarci nel modo sbagliato tra questa azienda e la sua onorevolissima missione.

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