Intervista esclusiva a Salvatore Cardile, direttore marketing LCV e Autonomy
Professionisti tra i professionisti: Doblò, Scudo e Ducato irrompono ad Artigiano in Fiera, appuntamento imperdibile, che vede convergere nei padiglioni di Rho oltre 2.500 espositori da tutta Italia. Produttori e commercianti che le loro idee hanno bisogno certo di mostrarle e farle conoscere, ma anche ad un certo punto di trasportarle in modo efficiente. “È un’occasione ghiotta – ci accoglie sullo stand Salvatore Cardile, direttore marketing LCV e Autonomy di Stellantis, il programma che consente a chi presenta limitazioni motorie, sensoriali o intellettive di muoversi in totale autonomia e libertà con tutte le vetture del Gruppo – per mostrare alle tante aziende che partecipano a questo evento i tre modelli iconici di Fiat Professional. Per spiegare la nostra visione e la vicinanza al cliente abbiamo scelto di presenziare con entrambe le motorizzazioni, quella termica e la propulsione elettrica, e dare un assaggio dell’estrema personalizzazione e versatilità dei veicoli con diversi allestimenti”.


La gamma Fiat Professional di certo incontra tutte le esigenze del trasporto leggero, andando dai poco più di 3 metri cubi del Doblò agli oltre 20 del Ducato, passando dai 5 e i 6 metri cubi e mezzo dello Scudo. Senza dimenticare la Panda Van, vettura trasformata in vero e proprio strumento da lavoro con un vano di carico da 1 metro cubo. “Il fatto interessante – sottolinea Cardile – è che i professionisti possono finalmente toccare con mano qui in Fiera come un veicolo elettrico abbia le stesse caratteristiche della versione termica, ad iniziare dalla volumetria, con il pacco batterie che non incide in nessun modo sulla capacità di carico. L’elettrico non soltanto permette di svolgere lo stesso lavoro, ma consente di farlo in maniera più efficiente grazie ad un costo di mantenimento più contenuto rispetto al termico”.
FIAT Professional presidia la Fiera grazie a due aree espositive che enfatizzano le caratteristiche tecniche dei veicoli e il loro utilizzo da parte della categoria delle piccole e medie imprese. Nella zona esterna, uno stand coperto ospita l’E-Ducato 35Q LH2, mentre l’area interna è ispirata ai borghi italiani e ai tipici mercati locali, dove si trovano a loro agio l’E-Scudo L2H1 con allestimento isotermico realizzato da Lauri, e il Fiat E-Doblò CH1, in configurazione pensata per l’uso nel settore della ristorazione e del trasporto di alimenti. Per entrambi viene proposta una livrea che evidenzia la capacità del mezzo di essere anche un ottimo strumento di comunicazione in strada.

“Il fatto che gli elettrici – riprende Cardile – vengano scelti in questo momento storico soprattutto delle grandi flotte, capaci senza dubbio di una scelta d’acquisto estremamente razionale, costituisce una leva per noi e per le nostre concessionarie nei confronti dei clienti privati. Il ragionamento è questo: se l’azienda di grandi dimensioni ha riflettuto a lungo sull’acquisto e ha optato alla fine per un veicolo elettrico vuol dire che questo rappresenta per quella missione specifica di utilizzo la scelta più giusta. L’ultimo miglio in particolare è caratterizzato da percorsi standard e costituisce dunque la mission perfetta per l’elettrico: per questo affermiamo che il veicolo commerciale è più predisposto all’elettrificazione rispetto alle vetture. Ma anche la clientela privata che risiede in ambito urbano e metropolitano incontra in pieno le caratteristiche di chi può utilizzare un commerciale a batteria, soprattutto se dispone di una soluzione di ricarica, ad esempio notturna, e durante il giorno può circolare e utilizzare il veicolo sfruttando tutta l’autonomia. Certamente le grandi flotte hanno una capacità di analisi superiore delle loro necessità, mentre sul privato occorre procedere con una vendita customizzata, basata sulle esigenze specifiche: la diffusione dell’elettrico tra questi interlocutori richiederà sicuramente da parte nostra uno sforzo maggiore. Saranno pertanto le nostre concessionarie a dover fare la differenza, e per questo puntiamo sulla formazione, non soltanto per dare ai venditori le informazioni da trasferire, ma soprattutto per alimentare una vera e propria cultura sull’elettrico che non può non avere origine nella convinzione nostra e della nostra rete. E infine agevolare nei potenziali clienti la formazione di un’idea che sia il più concreta possibile, anche e soprattutto facendo provare i mezzi su strada attraverso long test drive, quindi di più giorni, un banco di prova fondamentale”.
Il tema della ricarica poi, nell’esperienza di acquisto di un veicolo commerciale elettrico, non può essere certamente trascurato. “Potendo scegliere, il cliente vorrebbe ricaricare velocemente e il minor numero di volte possibile: per questo noi oggi offriamo contestualmente all’acquisto del prodotto anche un punto di ricarica domestico, una wallbox già tarata su un veicolo commerciale, con una capacità di erogazione dell’energia elettrica in grado di ricaricare anche una batteria da 110 kW come quella dell’E-Ducato. Al tempo stesso gli utilizzatori devono anche essere rassicurati dal fatto che il numero di colonnine pubbliche è in costante aumento. Ultima considerazione, la differenza di prezzo tra il termico e l’elettrico è sempre più contenuta: il livello di tecnologia oggi è più maturo e i costi di produzione più bassi rispetto agli albori della transizione”.

Avvenendo l’incontro a chiusura di anno non possiamo non domandare a Salvatore Cardile un commento sui dodici mesi in fase di archiviazione. “È stato un anno complicato eppure soddisfacente dal punto di vista dei numeri: Stellantis Pro One ha chiuso l’anno con una quota di mercato del 29,1 per cento in Europa, vendite aumentate del 2,2 per cento, e il primo posto in sette Paesi, tra cui Francia, Germania e Italia. In particolar modo FIAT Professional ha performato bene sul nostro mercato con il 23,6 per cento di quota: quasi un cliente su quattro sceglie un Doblò, uno Scudo o un Ducato. Raggiungere questo altissimo livello di penetrazione è possibile, il lavoro vero è poi mantenerlo nel tempo, ma gli investimenti stanziati sullo sviluppo della gamma e sul livello dei nostri servizi, quelli finanziari e i servizi post vendita, ci regala uno sguardo sereno sul futuro. Il nostro è un impegno teso a minimizzare il più possibile soprattutto il fermo macchina, questione valorizzabile nel TCO al quale ogni cliente guarda in maniera più o meno analitica”.
Un legame ben saldo quello che lega il Gruppo al nostro territorio che ha visto a novembre la partenza della produzione dei nuovi large van elettrici presso lo stabilimento di Atessa, in provincia di Chieti, dalle cui linee esce dunque oggi la nuova generazione di FIAT Professional Ducato, Peugeot Boxer, Citroën Jumper, Opel e Vauxhall Movano. “Questo processo di transizione verso l’elettrico – conclude Salvatore Cardile – ha dunque proprio qui in Italia il suo centro nevralgico, considerando che abbiamo uno degli stabilimenti più grandi d’Europa, un vero e proprio fiore all’occhiello per noi e per tutto il Paese. È stupefacente visitare Atessa perché quando pensiamo al Ducato di solito ci viene il mente il classico furgone bianco, invece tra le linee di produzione ci si rende conto del livello di versatilità di questo prodotto iconico: non solo il Ducato bianco, ma anche la base ambulanza, quella camper e da oggi anche l’elettrico. Ma l’Italia è al centro della strategia di Stellantis Pro One anche in termini di gestione dell’attività: proprio a Torino infatti è stato infatti recentemente inaugurato un hub globale destinato ai veicoli commerciali che permette al Gruppo di sviluppare un coordinamento commerciale non solo in Italia, non solo in Europa, ma a livello mondo”.
BIO
Nato a Reggio Calabria nel 1969, Salvatore Cardile è laureato in ingegneria meccanica. Ufficiale di Marina, dopo l’accademia incontra il gruppo Fiat iniziando a lavorare in CNH, un impegno che lo porta negli Stati Uniti e in Messico. Dopo tre anni passa in Nissan, prima come area manager in Nord Italia per vetture e veicoli commerciali, e poi come responsabile marketing per gli LCV. Dopo quattro anni Fiat Professional lo richiama a Torino, inizialmente affidandogli la responsabilità degli allestimenti e delle flotte LCV. Quando nasce Stellantis Cardile passa al ruolo di marketing manager per i quattro brand LCV. “Responsabilità alla quale poi se ne è affiancata una seconda, alla quale tengo molto – ci spiega – quella del programma Autonomy”. Hobby, sport? “Il tennis e i motori: sono motociclista e amante delle auto d’epoca, fiero possessore di un’Alfa Romeo Duetto. Sono felice di essere riuscito a contagiare con questa passione mio figlio che oggi ha vent’anni. I nostri pomeriggi a guardare insieme i Gran Premi sono per entrambi un appuntamento irrinunciabile”.