Mastagni (UNRAE), crollo del mercato: le aziende hanno bisogno di incentivi

Secondo i dati resi noti da UNRAE i 31 giorni si sono chiusi registrando un calo del 35,3 per cento rispetto al 2023, quando nello stesso mese erano stati venduti 1.706 veicoli.
23 Aprile 2024
1 min read

Crollo delle immatricolazioni di rimorchi e semirimorchi nel mese di marzo: secondo i dati resi noti da UNRAE i 31 giorni si sono chiusi registrando un calo del 35,3 per cento rispetto al 2023, quando nello stesso mese erano stati venduti 1.706 veicoli. Le immatricolazioni mensili si sono dunque fermate a 1.104 rimorchi e semirimorchi; il dato aggregato del primo trimestre restituisce un volume di immatricolazioni pari a 3.292 unità, il 24,6 per cento in meno rispetto alle 4.364 dello stesso periodo dell’anno precedente, con una perdita di 1.072 veicoli.

“È ormai evidente – spiega Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAEcome il comparto stia attraversando una fase critica per la quale non si intravede un’inversione di tendenza nel breve periodo. Prevediamo infatti che la domanda di nuovi veicoli trainati continuerà a contrarsi almeno per il primo semestre del 2024. Nonostante gli scoraggianti dati di mercato, i fondi stanziati dal MIT nel 2023 per gli incentivi all’acquisto di nuovi rimorchi sono terminati in pochissimi minuti in occasione del click day di marzo, segno che le aziende hanno interesse nel rinnovare i propri mezzi. Tuttavia, ciò non basta ad assicurare una concreta ripresa e, nell’auspicio che anche gli stanziamenti per l’anno corrente siano messi a disposizione in tempi rapidi, ribadiamo la richiesta di interventi strutturali che consentano agli operatori una pianificazione pluriennale degli investimenti.

Il Coordinatore del Gruppo associativo sottolinea inoltre che: “La crescente anzianità del parco circolante è diventata una questione non più trascurabile poiché minaccia la sicurezza dei cittadini. Mantenere in circolazione veicoli trainati immatricolati oltre 17 anni fa rappresenta un pericolo costante sulle strade. Stimiamo che, ai ritmi attuali di sostituzione, le imprese italiane di trasporto merci impiegherebbero 29 anni per rinnovare completamente le proprie flotte. Infine, ribadiamo ancora una volta l’urgenza di adeguare, nel corso dell’esame al Senato sul DDL Sicurezza stradale, l’art. 61 del Codice della Strada, in modo da consentire anche nel nostro Paese la circolazione di complessi veicolari lunghi 18,75 metri. Tale misura garantirebbe inferiori emissioni di CO2, ridotti livelli di congestione stradale, minore impatto sulle infrastrutture viarie e allo stesso tempo maggiore produttività e competitività all’autotrasporto”.

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