UNRAE rileva un balzo nelle immatricolazioni a settembre: il segmento dei veicoli commerciali elettrici si rafforza, ma il confronto con il 2023 resta in lieve calo.
Nel mese di settembre, il comparto dei veicoli commerciali in Italia ha registrato 16.905 immatricolazioni, in crescita del 18,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. Sebbene il dato mostri un recupero significativo — dopo undici mesi consecutivi di calo — il confronto con il 2023 rimane ancora negativo: -4,1%. Secondo UNRAE, l’associazione dei rappresentanti delle case estere, il parziale rimbalzo è legato soprattutto alla spinta del noleggio a lungo termine, che ha raggiunto il 42,2% di quota mercato nel mese. Il bilancio del periodo gennaio-settembre 2025 si mantiene tuttavia sotto i livelli dell’anno precedente, con 141.642 unità immatricolate contro le 150.667 del 2024 (-6,0%). I veicoli commerciali elettrici guadagnano terreno: la loro quota passa al 5,7% a settembre, più del doppio rispetto al 2,0% registrato nello stesso mese dell’anno scorso. Cresce anche la quota degli ibridi e dei plug-in, mentre continua il calo progressivo dei motori diesel, pur mantenendo una quota ancora predominante dell’80,6%.
Infrastrutture, incentivi e strategie future
Dal 15 ottobre è prevista l’entrata in vigore dell’Ecobonus MASE, destinato all’acquisto di veicoli commerciali elettrici con un contributo fino a 20.000 euro per le microimprese localizzate in aree urbane funzionali. Parallelamente, è atteso il varo di una misura analoga da parte del MIMIT. UNRAE sottolinea l’importanza di una gestione coordinata tra i due programmi per evitare sovrapposizioni e inefficienze. Il presidente di UNRAE, Roberto Pietrantonio, ha ribadito che lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, anche per i veicoli leggeri, è “tra le priorità strategiche” del settore. In questa direzione, l’associazione propone un credito d’imposta del 50% per investimenti in stazioni di ricarica veloce superiori a 70 kW, da attuare tra il 2026 e il 2028. Nel contesto della transizione energetica, si fa strada un crescente scetticismo sulle tempistiche dell’obiettivo zero emissioni al 2035. L’ACEA – l’associazione dei costruttori europei – ha segnalato le criticità legate alla domanda e all’infrastruttura, suggerendo una maggiore flessibilità nella valutazione degli obiettivi ambientali.