Volpi Trasporti e Tip, insieme per continuare a puntare in alto. La nostra intervista a Marcello Volpi

Oggi l’azienda dà lavoro a circa sessanta persone e mette su strada ogni giorno una flotta di 45 trattori di linea, una decina di motrici e furgoni e una settantina di semirimorchi, di cui una buona parte arrivano dall’intesa con TIP, nata sette anni fa e oggi decisamente in fase di maturità vista la recente consegna di 25 mezzi, di cui 18 piani mobili e 7 centinati
31 Maggio 2024
5 mins read
Volpi Trasporti

Imprenditore attento, profondo conoscitore del settore e anche eccellente comunicatore. Intervistare Marcello Volpi, titolare, insieme al fratello Roberto, della Volpi Trasporti, significa incontrare una persona dalla grande lucidità di visione e respirare tutta l’energia che ha portato alla costruzione di un’impresa solida, aperta alle opportunità e ai suggerimenti del mercato, e pronta a utilizzare tutti gli strumenti per far quadrare sempre meglio i conti e crescere nel business.

Con un occhio costantemente appoggiato sul futuro. Oggi l’azienda dà lavoro a circa sessanta persone e mette su strada ogni giorno una flotta di 45 trattori di linea, una decina di motrici e furgoni e una settantina di semirimorchi, di cui una buona parte arrivano dall’intesa con TIP, nata sette anni fa e oggi decisamente in fase di maturità vista la recente consegna di 25 mezzi, di cui 18 piani mobili e 7 centinati. Ma con ordine: riavvolgiamo il nastro per capire come questa operosa famiglia umbra è arrivata a raccontarsi attraverso numeri così importanti.

Volpi Trasporti, oltre 70 anni di storia e di successi

“L’anno scorso – comincia a raccontarci Marcello – abbiamo festeggiato i 70 anni di storia: mio padre Mario iniziava nel 1953 al volante di un residuato bellico americano – un Mack a benzina che venne da lui trasformato a gasolio – con cui svolgeva una sorta di lavoro ibrido tra commerciante e trasportatore: raccoglieva legna, la trasportava e la vendeva. Negli anni seguenti si è evoluto verso il trasporto di linea, carichi completi di merci legate al nostro territorio, come macchine agricole e ferro.

Poi siamo arrivati noi figli: le mie due sorelle non sono entrate in questo mondo, invece mio fratello ha debuttato da piccolo, a 16/17 anni seguiva già il babbo sul camion. Nel 1988 papà è mancato, Roberto aveva 25-26 anni, io 22, e ci siamo divisi i compiti: lui da quel momento ha sempre seguito la parte operativa, io quella amministrativa. Nel corso degli anni siamo cresciuti, da ditta individuale siamo diventati SNC, e poi SRL”.

L’azienda è stata tra le prime in Italia ad occuparsi di trasporto con piani mobili, fin dal 1990, quando questi mezzi non erano ancora sul mercato. “Li conoscevamo, li avevamo visti in America, in Germania, e ci costruimmo da soli i primi quattro veicoli con un kit in arrivo dagli Stati Uniti: avevamo un cliente che trasportava residui di lavorazione delle industrie alimentari e i problemi di scarico che avevamo sperimentato con i ribaltabili vennero risolti”.

Fino al 2017 il 70 per cento del fatturato della Volpi Trasporti rimane legato a carichi completi e trasporto di rifiuti, e la flotta sostituisce nel tempo tutti i semirimorchi con piani mobili, garanzia di alto indice di flessibilità per la movimentazione sia di prodotti sfusi che di pallet. “Ad un certo punto – riprende Volpi – la clientela ha iniziato ad esprimere una necessità verso il trasporto di bancali, collettame espresso, carichi parziali, e così abbiamo deciso di entrare nel mondo del pallet network e nel 2018 siamo diventati concessionari di One Express.

Nel frattempo abbiamo ridotto la partecipazione a gare pubbliche per il trasporto rifiuti, per una questione di scarsa convenienza economica, e abbiamo incominciato ad investire nella logistica. Nel 2020 siamo diventati concessionari della base Alto Tevere, una piattaforma logistica realizzata dalla regione Umbria lungo la E45, proprio all’altezza di Città di Castello, e lì abbiamo attivato in maniera ancora più importante la nostra attività di logistica e collettame espresso”.

Siamo impegnati attivamente sul fronte della transizione energetica

Uno spazio su cui i Volpi stanno investendo con convinzione, animati da una visione sul futuro della quale Marcello ci mette volentieri a conoscenza. “Stiamo pianificando – ci spiega – investimenti relativi all’energia rinnovabile, ampliando gli spazi logistici, il portafoglio di servizi offerti ai mezzi, e installeremo colonnine di ricarica per i mezzi pesanti. Personalmente sono convinto che il futuro sarà elettrico, e credo che se arriverà un impulso da parte delle amministrazioni e del governo, i veicoli industriali elettrici avranno un sviluppo veloce.

La transizione potrebbe diventare una ghiotta opportunità per le imprese di trasporto italiane, per le eventuali ottimizzazioni legate all’autoproduzione di energia: se le imprese di trasporto allocassero i loro costi variabili di acquisto del carburante in investimenti industriali relativi alla costruzione di impianti di produzione di energia, potrebbero avere margini superiori da questa attività che da quella di trasporto. Ho portato avanti alcune simulazioni e sono convinto che la mobilità elettrica potrebbe rappresentare una riduzione dei costi industriali già alle condizioni attuali”. Addirittura. “Sì, le spiego il ragionamento.

Le comunità energetiche, le nuove associazioni di produttori-consumatori di energia a livello locale, garantiranno un costo dell’energia intorno ai 10 centesimi. Ora, noi sappiamo che i consumi di un mezzo pesante a batteria sono di circa un kilowatt per chilometro: a patto di riuscire ad organizzare una logistica che riesca a garantire una percorrenza di 100-110 mila chilometri all’anno, in cinque anni il risparmio sarebbe di 250 mila euro. Poi c’è tutto quello che condirebbe meglio il piatto, ad esempio i committenti potrebbero presto rivolgersi solo a aziende disposte a percorrere questa strada: è fondamentale interpretare le tempistiche per spostare gli investimenti e soprattutto organizzare la logistica con le nuove modalità.

Poi, ridimensioniamo le cifre che ci spaventano: una colonnina di ricarica da 350 kilowatt costa 80mila euro, è vero, però va pensata all’interno di un’azienda strutturata che non compra un camion, ma dieci, e quindi alla fine l’impianto non costerebbe 80, ma 8mila euro. E durerebbe 20 anni. Ancora: vogliamo trattare il tema del risparmio sul fronte manutenzione? Certo che se anche in Italia parametrassero i pedaggi alle emissioni, quella sarebbe la vera svolta. Consideri solo che noi oggi su 10 milioni di fatturato ne paghiamo 500 mila di autostrada”.

Fornitura di semirimorchi con TIP

Parliamo della vostra flotta? Avete già un camion elettrico (domanda retorica perché conosciamo benissimo la risposta, sapendo a memoria l’elenco delle aziende che si sono già lanciate nell’acquisto)? “Non ancora, ma sono convinto che succederà presto. Oggi i trattori a parco sono tutti Iveco perché mio cognato – scherza Marcello – è il direttore commerciale del concessionario di Perugia, e se dovessi acquistare un Mercedes mi riporterebbe la sorella a casa. Ne abbiamo 45, di cui 25 S-Way 530 appena ritirati e 20 a metano che sostituiremo in autunno. Abbiamo poi una decina di motrici e furgoni, sia Iveco che Mercedes, che utilizziamo per la distribuzione locale.

Per quanto riguarda invece i semirimorchi, sono 70 in totale, di cui circa 50 piani mobili. A fine anno abbiamo concluso un’operazione di noleggio con TIP, consegnando loro 21 semirimorchi “anziani”, e ritirandone 25 nuovi, di cui 18 piani mobili – TMT e Menci – e alcuni centinati Viberti che utilizziamo nelle operazioni di logistica dell’industriale. Recentemente abbiamo chiesto a TIP la possibilità – accordata – di sostituire tre centinati normali con prodotti alza-abbassa: la forza di TIP, con cui collaboriamo già da sette anni, è questa, la loro volontà e capacità di assisterci nell’esigenza di cambiare il trainato in base al mercato.

Siamo sempre stati noleggiatori, anche di trattori, e il motivo è semplice: la nostra azienda è cresciuta investendo nel proprio lavoro, senza capitali esterni. L’anno scorso abbiamo rimesso sul mercato 4 milioni, una somma molto alta considerando il nostro fatturato, e spesso il sistema bancario non ha capito queste scelte. Il noleggio ci ha agevolato permettendoci di acquisire quote di mercato perché ci siamo sempre proposti ai clienti con mezzi nuovi, performanti, dalle portate superiori

Quando abbiamo incontrato TIP, abbiamo subito capito le potenzialità di un eventuale accordo, soprattutto considerate le loro dimensioni e la capillarità delle loro officine. In più ultimamente stanno proponendo la formula del riscatto finale, una soluzione interessante, specialmente su semirimorchi costosi come le vasche e i piani mobili. Certo, nel noleggio esiste l’incognita del fine rapporto, con la valutazione del mezzo e di eventuali danni occulti, ma alla fine troviamo sempre un accordo, anche grazie al rapporto che ci lega sia con Luigi Misseritti, il responsabile per TIP della nostra zona, che con Giorgio Noce, l’AD di TIP Italia.

Oggi la Volpi Trasporti guarda al futuro soddisfatta soprattutto della attività in nuce all’interno della base logistica. “Sia io che mio fratello siamo papà di figlie femmine che non sono interessate a lavorare in questo settore, e quindi presumibilmente saremo protagonisti di un passaggio generazionale a carattere non familiare. Oggi ho 60 anni e ho tutte le intenzioni di continuare a lavorare per l’azienda, però è corretto impostare la strada, e la concessione della base logistica ci assicura, con l’idea di crescere soprattutto nell’offerta di servizi a persone e mezzi, una grande potenzialità per l’avvenire”.

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