Iveco Group ha confermato discussioni avanzate per la cessione delle sue due principali divisioni. Il Consiglio valuterà le proposte tenendo conto degli interessi degli stakeholder.
Iveco Group ha ufficializzato l’avanzamento delle trattative per la cessione delle sue due aree operative: quella militare e quella civile. In una nota diffusa a seguito delle indiscrezioni di stampa, la società – quotata a Milano e controllata da Exor al 27% – ha dichiarato: “Sono in corso discussioni in stato avanzato per potenziali operazioni riguardanti il settore della difesa, da un lato, e la restante Società dall’altro”. L’annuncio potrebbe sancire il passaggio del ramo difesa a Leonardo (assieme a Rheinmetall) e del comparto veicoli commerciali al gruppo indiano Tata Motors. Il Consiglio di Amministrazione, riunito a Torino per l’approvazione della semestrale, analizzerà le proposte in base a criteri di sostenibilità strategica e industriale.
Asset strategici e interessi nazionali
La priorità del governo italiano è mantenere in mani nazionali Iveco Defence Vehicles, fornitore dell’Esercito e parte attiva nella maxi-commessa da 23 miliardi per blindati e carri armati. Leonardo – partecipata pubblicamente al 30,2% – soddisfa questo requisito, in alleanza con Rheinmetall. Secondo fonti vicine al dossier, Exor punta a incassare almeno 1,7 miliardi di euro per Idv. La vendita del ramo militare rappresenta il primo passo per consentire la cessione del resto della società, in linea con le condizioni politico-industriali poste da Roma.
Vigilanza sugli interessi degli stakeholder
Nel comunicato, Iveco Group precisa che “in conformità con i suoi doveri, il Consiglio di Amministrazione della Società sta analizzando e valutando attentamente tutti gli aspetti di queste potenziali operazioni. Nel farlo, il Consiglio tiene nella dovuta considerazione gli interessi di Iveco Group e di tutti i suoi stakeholder, compresi azionisti, dipendenti e clienti”. In attesa della decisione ufficiale, le azioni Iveco hanno registrato un rialzo marcato in Borsa, mentre rimane forte l’attenzione sull’impatto occupazionale: in Italia lavorano oltre 14mila dipendenti. L’intero gruppo impiega 36mila persone a livello globale.