Assopostale appoggia la richiesta di AGCOM per eliminare il Fondo di Compensazione: una mossa decisiva per riequilibrare il mercato postale dominato da Poste Italiane.
Il settore postale italiano potrebbe presto assistere a un cambiamento significativo. Il 27 maggio 2025, l’AGCOM ha formalizzato al Governo la proposta di abolire il Fondo di Compensazione previsto dal d.lgs. 261/1999, considerato da molti un ostacolo alla concorrenza. Il Fondo, infatti, impone agli operatori postali alternativi un contributo a favore del servizio universale, generando — secondo l’Autorità — distorsioni strutturali nel mercato. A questa iniziativa si è unita con decisione Assopostale, che rappresenta dal 2016 le aziende private del settore. L’associazione ha accolto con favore la posizione di AGCOM, sottolineando come l’attuale configurazione del sistema — con Poste Italiane ancora dominante e oltre il 90% della corrispondenza gestita — renda la permanenza del Fondo non solo anacronistica, ma lesiva della competitività. Secondo Assopostale, l’onere economico derivante da tale meccanismo compromette la sopravvivenza di molte imprese e limita l’evoluzione del comparto postale.
Concorrenza reale, non teorica: le distorsioni di mercato
“La permanenza del fondo di compensazione, in questo scenario, non solo acuirebbe le distorsioni esistenti, ma rappresenterebbe un ostacolo insormontabile per i piccoli e medi operatori”, ha dichiarato il presidente di Assopostale, Valterio Castelli. Le conseguenze sarebbero rilevanti: chiusure aziendali, perdita di posti di lavoro, aumento dei costi e peggioramento del servizio. In questo senso, l’associazione ribadisce che l’abolizione del Fondo rappresenta non un vantaggio per pochi, ma un adeguamento alle regole del mercato interno europeo. Il nuovo regolamento UE 2023/2832, che ha innalzato a 750.000 euro il tetto degli aiuti “de minimis” per i servizi di interesse economico generale, conferma la direzione intrapresa a livello comunitario: meno oneri impropri e più libertà d’azione per le imprese.
Una riforma strutturale per Poste Italiane e per il settore
Assopostale sollecita quindi un emendamento rapido alla normativa vigente, per evitare contenziosi e accelerare l’allineamento dell’Italia alle norme europee. Ma l’associazione si spinge oltre, auspicando un dialogo operativo con le Istituzioni per definire nuovi modelli di sostegno — equi, mirati, proporzionali — per chi opera in condizioni di mercato sfavorevoli. In questo quadro, Poste Italiane resta un attore centrale ma non può più beneficiare di un sistema regolatorio che disincentiva la pluralità. La modernizzazione del mercato postale non può più attendere; e la soppressione del Fondo di Compensazione, secondo Assopostale, è il primo passo per garantire concorrenza effettiva, trasparenza e servizi più accessibili per cittadini e imprese.