Confetra lancia l’allarme: l’Europa deve reagire compatta alla pressione commerciale di USA e Cina per difendere il mercato unico e rilanciare la produttività
La Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica (Confetra) lancia un appello al governo italiano affinché solleciti l’Unione Europea a reagire in modo deciso e coordinato alla crescente pressione esercitata da Stati Uniti e Cina sul piano commerciale. Il presidente Guido De Ruvo denuncia l’assenza di una strategia comune dell’UE e mette in guardia contro il rischio concreto di un’Europa marginalizzata nel commercio globale. In un contesto dominato dall’instabilità, spiega, occorre “abbattere le barriere interne” e rimettere al centro il mercato unico, specie nei settori delle merci e dei servizi, per non restare schiacciati tra le due superpotenze.
La minaccia statunitense si è fatta concreta con la comunicazione inviata il 12 luglio scorso dall’amministrazione americana: l’intenzione è quella di imporre dazi del 30% su tutti i beni in arrivo dall’Unione europea a partire dal 1° agosto. Un colpo duro, che arriva in un momento già segnato da incertezza geopolitica e difficoltà strutturali. De Ruvo cita uno studio del Fondo Monetario Internazionale secondo cui le barriere interne europee generano costi equivalenti a un dazio del 44% per i prodotti manifatturieri e addirittura del 110% per i servizi – ostacoli che si traducono in minore concorrenza, prezzi più alti e produttività più bassa.
Competitività a rischio: servono misure concrete e coordinate
La perdita di produttività – oggi stimata in un -20% rispetto agli Stati Uniti – si riflette direttamente sul reddito pro capite, inferiore del 30% anche nelle economie UE più forti. A peggiorare il quadro, l’incertezza diffusa che scoraggia gli investimenti e ostacola la pianificazione aziendale: uno scenario che, secondo Confetra, rischia di far perdere all’Europa un’occasione cruciale per rilanciarsi.
Nonostante la Cina stia già riorientando le sue esportazioni verso il mercato europeo – +12% – dopo il crollo del 34,5% negli scambi con gli USA, l’UE fatica a tenere il passo. Le stime sugli impatti dei dazi variano troppo per offrire scenari affidabili, ma il danno complessivo potrebbe oscillare tra i 3 e i 20 miliardi di euro. “L’Europa – conclude De Ruvo – ha ancora carte importanti da giocare: stabilità finanziaria, imprese resilienti e un potenziale di crescita che può essere liberato solo attraverso l’integrazione del mercato e una rinnovata politica industriale”.


