L’Europa è in testa per capacità produttiva annunciata di e-cherosene, ma l’assenza di impianti in costruzione ne mette a rischio il primato. Nessun progetto attivo in Italia.
Nel panorama globale dell’aviazione sostenibile, l’Europa si è finora distinta per numero e portata dei progetti annunciati nel settore dell’e-cherosene, un carburante sintetico ritenuto essenziale per decarbonizzare il trasporto aereo. Secondo un recente rapporto di Transport & Environment (T&E), oltre la metà della capacità produttiva prevista a livello mondiale è concentrata in Europa, che potrebbe così coprire circa il 5% del fabbisogno annuo di carburante del settore. Tuttavia, il primato europeo è oggi minacciato da una stagnazione degli investimenti. Nessun impianto è in costruzione e solo quattro progetti sono a uno stadio avanzato, senza ancora una decisione finale di investimento.
Ritardi e ostacoli: il primato europeo è a rischio
Il vantaggio iniziale dell’Europa è stato sostenuto da un quadro normativo favorevole, in particolare dal Regolamento ReFuelEU, che impone obiettivi progressivi per l’adozione di e-fuel in aviazione: dal 1,2% al 2030 al 35% entro il 2050. Tuttavia, senza un’accelerazione concreta dei progetti, tali obiettivi rischiano di rimanere irraggiungibili. Il principale freno è rappresentato dalla difficoltà di accesso ai finanziamenti: ogni impianto richiede tra 1 e 2 miliardi di euro, per un fabbisogno complessivo di 10-20 miliardi entro il 2030. I meccanismi attuali dell’UE non sono considerati sufficientemente solidi per sostenere questo livello di investimento, e le grandi compagnie petrolifere, che potrebbero fornire risorse e competenze, restano in gran parte assenti dal settore.
Italia assente e concorrenza internazionale in crescita
Il quadro italiano è particolarmente critico. A oggi non è stato annunciato alcun progetto per la produzione di e-cherosene. Un dato che pone il Paese in netto ritardo rispetto agli altri Stati membri. La situazione è aggravata da un costo dell’elettricità tra i più alti d’Europa e da una capacità di generazione rinnovabile ancora limitata, fattori essenziali per la competitività della filiera degli e-fuel. Intanto, la Cina avanza con circa dieci progetti su larga scala e gli Stati Uniti hanno appena approvato il primo impianto commerciale del continente, rafforzando la pressione competitiva su un’Europa ancora ferma.
Serve un cambio di passo su investimenti e governance
Secondo un recente rapporto di Transport & Environment (T&E) – la principale organizzazione indipendente europea specializzata in politiche per la sostenibilità dei trasporti – oltre la metà della capacità produttiva prevista a livello mondiale è concentrata in Europa, che potrebbe così coprire circa il 5% del fabbisogno annuo di carburante del settore. Tuttavia, il primato europeo è oggi minacciato da una stagnazione degli investimenti. Nessun impianto è in costruzione e solo quattro progetti sono a uno stadio avanzato, senza ancora una decisione finale di investimento.