Elezioni europee 2024: le idee che FdI e PD porteranno a Strasburgo

Seggi chiusi con un’affluenza inferiore al 50 per cento che dovrebbe preoccupare circa lo stato di disaffezione alla politica degli italiani, Giorgia Meloni e Elly Schlein sono le indiscusse vincitrici della tornata elettorale del weekend. Fratelli d’Italia al 28,85 per cento (con gli scrutini ancora in corso) e PD al 24,05 crescono, a testimonianza della rinnovata fiducia da parte dell’elettorato (almeno di coloro che si sono recati alle urne) nei confronti delle due donne della politica italiana.

Vediamo quali sono le idee che i due maggiori partiti italiani, che confluiranno in Parlamento europeo rispettivamente nei Conservatori e Riformisti e nei Socialisti & Democratici, hanno inserito nel loro programma per le elezioni europee rispetto agli argomenti chiave per il settore del trasporto.

Fratelli d’Italia

Lavoro

Nel programma del primo partito italiano è vergata l’intenzione di favorire la creazione di nuovi posti di lavoro, sostenere l’imprenditorialità e l’innovazione attraverso finanziamenti e semplificazione normativa, promuovendo anche il partenariato pubblico-privato, limitare il peso amministrativo e burocratico derivante dalle normative UE, contrastare i crescenti costi energetici e la volatilità dei prezzi delle materie prime, incentivare l’imprenditoria giovanile e le aziende che assumono, incrementare le risorse per la formazione scuola-lavoro e la riqualificazione professionale, e infine individuare risorse UE non spese da utilizzare per la detassazione verso le aziende che creano nuova occupazione di qualità.

Green Deal

L’ecologia – si legge nel programma di FdI – è uno dei pilastri del pensiero conservatore: il raggiungimento degli obiettivi climatici deve essere però economicamente e socialmente sostenibile, senza approcci ideologici, obiettivi irraggiungibili e oneri sproporzionati per cittadini e imprese. I punti del programma: applicare i principi di sussidiarietà e di proporzionalità alle politiche ambientali, affinché le strategie per il raggiungimento degli obiettivi climatici siano decise dai singoli Stati membri; cancellare il blocco alla produzione di auto a motore endotermico dal 2035 e rilanciare il settore automotive secondo il principio di neutralità tecnologica, investendo su tutti i carburanti alternativi e non soltanto sull’elettrico, sviluppando la filiera dei biocarburanti tutelando le imprese dell’indotto; finanziare con il bilancio europeo interventi per la riqualificazione e la messa in sicurezza del territorio, per un’efficace politica di prevenzione delle catastrofi ambientali.

Impresa

La politica di austerità che l’Europa ha conosciuto negli anni passati non deve tornare: la sostenibilità del debito può essere raggiunta solo con una crescita vigorosa, figlia di spese per investimenti, e non con tagli selvaggi alla spesa pubblica che deprimono l’economia. Riteniamo essenziale continuare a lavorare per un uso più rapido ed efficiente delle risorse europee, a partire dai fondi del PNRR e da quelli della politica di Coesione; in particolare vogliamo tenere alta l’attenzione nei confronti delle aree economicamente più svantaggiate e delle Regioni del Sud.

Tra gli altri punti del programma: favorire la spesa per investimenti che produce crescita economica, contribuisce a creare ricchezza e riduce il debito pubblico; escludere dal computo di deficit e debito le spese per investimento collegate alla transizione verde e digitale, nonché quelle per la difesa; rafforzare il dialogo con la BCE affinché i tassi di interesse ufficiali possano essere ridotti fortemente; garantire l’efficacia e l’efficienza del bilancio UE per assicurare che i soldi dei contribuenti europei vengano spesi al meglio.

Partito Democratico

Lavoro

“Lavoro” e “povero” non possono più stare nella stessa frase, esordisce il programma del PD. In Italia sono oltre 3 milioni le lavoratrici e i lavoratori che percepiscono una paga oraria inferiore ai 9 euro. “Chiederemo che la nuova Commissione europea si impegni a presentare una direttiva sul reddito minimo e insisteremo sulla proposta di abolizione degli stage gratuiti in tutta Europa, in linea con le nostre proposte al Parlamento italiano”.

Intelligenza artificiale

“L’uso dell’IA deve essere trasparente, rispettare la dignità umana e servire la società senza creare nuove disuguaglianze e discriminazioni”. L’accesso a infrastrutture digitali di qualità è un diritto fondamentale: per questo, secondo il PD, andrebbe stanziato un fondo europeo di 10 miliardi di euro per la sovranità tecnologica. “Oggi – prosegue il programma – i dati rappresentano un bene prezioso e il loro valore aumenterà sempre di più con l’evolversi delle tecnologie: per far sì che tutte queste informazioni rimangano al sicuro e nella nostra disponibilità occorre garantire regole certe e stringenti sulla tutela dei dati, sulla loro condivisione e riguardo le modalità con cui vengono archiviati e analizzati. Vogliamo dunque che questo tipo di attività siano demandate ad attori e realtà not for profit, fuori dal perimetro delle big tech e sottoposti a controlli e norme stringenti”. 

Green Deal

Così recita il programma del secondo partito italiano: Vogliamo “un Green Deal dal cuore rosso”, perché giustizia sociale e giustizia climatica sono inscindibili. Servono incentivi per accompagnare lavoratrici, lavoratori e imprese in questo ineludibile cambiamento. Occorre costruire strumenti per la decarbonizzazione del sistema energetico attraverso i driver dell’efficienza, dell’elettrificazione dei consumi, del potenziamento delle reti, dell’investimento massiccio nella produzione dalle fonti rinnovabili. Serve una strategia energetica accanto alla strategia industriale per la costruzione delle filiere tecnologiche a supporto dei cantieri della decarbonizzazione. Servono politiche fiscali adeguate, nuovi investimenti verdi coordinati a livello comunitario, concedendo flessibilità di intervento agli Stati membri e prevedendo restrizioni o agevolazioni al credito per le industrie in base all’impegno in processi di trasformazione green, in piena applicazione del principio “chi inquina, paga”.

A livello nazionale proponiamo piani di incentivi alla posa di pannelli solari sui tetti degli edifici industriali, commerciali e agricoli, e sosteniamo fortemente lo sviluppo capillare delle comunità energetiche che consentono di abbassare le bollette e le emissioni. L’erogazione di agevolazioni fiscali e di finanziamenti, deve essere condizionata all’impegno da parte delle imprese beneficiarie dal rispetto di condizionalità orizzontali legate al rispetto dei contratti, delle condizioni di sicurezza del lavoro, dei principi di parità di genere e di non discriminazione, del vincolo di sostenere progetti coerenti con la tassonomia europea sugli investimenti sostenibili, di valutazione della responsabilità sociale delle imprese.

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