Mercato auto europeo, aprile in stallo: solo +2,7% per l’Italia – UNRAE solleva dubbi sugli incentivi PNRR

28 Maggio 2025
1 min read

Nel mese di aprile il mercato auto europeo resta fermo. L’Italia cresce leggermente, ma resta ultima tra i big per quota di auto elettriche.

Ad aprile 2025 le immatricolazioni di autovetture nell’Unione Europea, EFTA e Regno Unito si attestano a 1.077.186 unità, segnando una flessione dello 0,3% su base annua. Il primo quadrimestre chiude con un -0,4%, a quota 4.459.087. In questo contesto, l’Italia registra un modesto incremento del 2,7%, guadagnando il secondo posto mensile tra i Major Market, ma arretrando al terzo nell’aggregato da gennaio ad aprile. Rimangono ampiamente positive le performance di Spagna (+7,1% nel mese, +12,2% nel quadrimestre) e Regno Unito (+3,1% nel quadrimestre), mentre Francia e Germania segnano contrazioni rilevanti.

Nonostante il lieve miglioramento nei volumi, il mercato italiano dell’elettrico evidenzia un ritardo strutturale. Ad aprile la quota delle auto ricaricabili (ECV) si ferma al 10,4%, contro il 26,2% della media europea. Ancora più marcato il divario con il Regno Unito (32,1%) e la Germania (28,8%). Le auto elettriche pure (BEV) coprono appena il 4,8% delle vendite italiane; le ibride plug-in (PHEV) il 5,6%.

Critiche UNRAE al nuovo piano incentivi

A peggiorare la situazione italiana sul fronte della mobilità sostenibile, secondo UNRAE, contribuisce l’incertezza normativa. Il nuovo fondo incentivi da 597,3 milioni di euro, annunciato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e finanziato con risorse PNRR non spese per le infrastrutture di ricarica, è stato accolto con perplessità dall’associazione. Il Direttore Generale Andrea Cardinali ha commentato: “Siamo rimasti un po’ spiazzati dalla notizia degli incentivi, del tutto inattesi e decisi senza alcuna consultazione”.

Secondo Cardinali, i requisiti stringenti e la durata limitata rischiano di compromettere l’efficacia del provvedimento: “Uno stanziamento così elevato, sebbene potenzialmente utile, rischia di non essere utilizzato per intero”. Inoltre, l’utilizzo di fondi originariamente destinati alla rete di ricarica è stato definito un “peccato originale”, poiché priva il sistema di un’infrastruttura chiave per la transizione energetica.

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