Chiara Bergamin e Alessandro Bellamio

Scandipadova, al servizio di un vero passaggio di testimone intergenerazionale

Non serve una spiccata sensibilità né un particolare amore verso il lato cinematografico di ogni storia per scorgere nel passaggio del testimone da nonna Lidia a Chiara il senso della bella storia di imprenditoria che raccontiamo in queste pagine, che vede nell’impegno della giovane Bergamin un omaggio, voluto o sottinteso che sia, ad un cerchio che si chiude trovando così la sua leggendaria perfezione. Incontriamo la Bergamin Trasporti per intercettare la partnership con la “vicina di casa” Scandipadova, dalla quale ha ricevuto negli ultimi dodici mesi sei trattori e una motrice, delle quali, oltre che di molto altro, ci parla la terza generazione di questa famiglia di autotrasportatori al lavoro: Chiara Bergamin, classe 2000, ripercorre infatti insieme a noi le gesta di chi l’ha preceduta al timone dell’azienda, ma anche l’intesa con il marchio Scania e la sua concessionaria di Vicenza. Figlio d’arte, il padre è autotrasportatore, è anche Alessandro Bellamio, il venditore che si è occupato dell’ultima consegna dei tre Super 560, due con cabina R e uno con cabina S, che sono andati ad affiancare gli altrettanti V8 precedentemente acquistati. In Scandipadova da tre mesi, è chiaro come abbia comunque deciso di continuare ad alimentare la passione di famiglia assumendo un “ruolo” differente.

La consegna degli ultimi veicoli presso la sede Scandipadova di Vicenza

GRINTA DI FAMIGLIA

“L’azienda – inizia a raccontarci Chiara Bergamin – è nata con mio nonno Angelo intorno al 1960. Lui purtroppo è mancato molto giovane, lasciando la moglie e tre figli: ma mia nonna, Lidia Guerra, non si è scoraggiata e a lungo ha portato avanti l’attività da sola, in attesa che i figli fossero abbastanza grandi per affiancarla. Pensate che allora mio papà Massimo aveva solo sette anni, e gli altri due erano poco più grandi, per cui si può dire che nonna si sia trovata in una situazione davvero difficile, riuscendo a gestirla in modo eccellente”. La Bergamin è poi cresciuta negli anni e si è affermata come una realtà specializzata nel trasporto di inerti e rifiuti; oggi dà lavoro a 88 persone e in flotta schiera 82 trattori e un centinaio di semirimorchi, la maggior parte vasche ribaltabili. “Negli ultimi anni l’attività si è parecchio intensificata – riprende Bergamin -, il che ci ha richiesto sostanzialmente di raddoppiare in pochissimo tempo il parco. Soprattutto da quando abbiamo iniziato a lavorare con il pubblico: tra le altre opere siamo stati impegnati nel cantiere della Pedemontana Veneta, e adesso in quello dell’Alta Velocità nella tratta Verona-Vicenza”.

“Già in passato l’azienda aveva scelto il marchio Scania e negli ultimi anni abbiamo ricominciato ad acquistarli. La comodità di avere la sede di Vicenza di Scandipadova davanti alla nostra ha giocato un ruolo importante nella decisione di riprendere la fornitura: l’officina a 100 metri dal piazzale è impagabile, con i tempi di riparazione che ovviamente si riducono. Senza contare l’assistenza capillare che il brand ci assicura su tutto il territorio italiano”. “I mezzi – interviene Alessandro Bellamio – sono configurati con impianto idraulico che alza e abbassa le vasche: il loro non è un utilizzo prettamente stradale, ma pensato per i cantieri, e infatti Chiara e il padre hanno richiesto anche gomme più tassellate per affrontare i terreni sconnessi. Per il loro lavoro hanno bisogno di potenza e infatti, se lo scorso anno avevano optato per i V8, riscontrando oltre alle prestazioni anche consumi adeguati, adesso stanno testando la cinematica nuova, considerando sempre che si tratta della versione da 560 cavalli, e dunque quella più potente sul 6 cilindri. La motrice, uno Scania Super XT G460 B8x4 HZ, mezzo d’opera con sospensioni balestrate e vasca ribaltabile Andreoli dotato di portellone idraulico, copertura Marcolin, freni a disco e CRB che incrementa la potenza frenante, è invece una quattro assi che hanno ritirato dopo un periodo di prova di due mesi, decidendo di acquistarla soprattutto per le risultanze in termini di consumi”. “Sì – conferma Chiara – mio padre dice che risparmiamo circa 30 litri al giorno di gasolio, se confrontiamo il mezzo con veicoli simili di altri marchi”. 

LA RAGAZZA CON LA PATENTE C-E

La Bergamin Trasporti si occupa di trasporto inerti e rifiuti, coprendo con quest’ultima attività il Nord e il Centro Italia. “Trattiamo anche i trasporti in ADR – precisa Chiara – rispetto ai quali dobbiamo ovviamente attenerci alla normativa, compresa la formazione degli autisti. I nostri mezzi sono tutti Euro 6 e vengono sostituiti ogni 5 anni. Trazioni alternative? Di elettrico proprio non se ne parla, non è adatto alle nostre mission; stiamo provando l’HVO, come combustibile alternativo. Comunque i motori si comportano bene, non hanno nessun tipo di problema”. Oltre a Chiara, in azienda lavorano anche papà Massimo, il fratello Francesco, il cugino Nicola e lo zio Bruno, “il guru della logistica”.

“Io mi occupo della parte commerciale e della gestione dei mezzi in flotta. Ho anche la patente: quando ho deciso di prenderla e mi esercitavo mia nonna Lidia mi gridava dalla finestra ‘tu sei matta!’, ma sotto sotto io so che era felice di vedere figli e nipoti impegnati a portare avanti la sua azienda, credo che sia stato e sia tuttora un motivo di enorme orgoglio per lei. Quanto a me, sono cresciuta con la passione per i camion, ho vissuto nel piazzale tutti i sabati, fin da bambina, e oggi da una parte mi piace guidare, anche se più che altro muovo i camion nel weekend tra lavaggi e riparazioni, dall’altra mi sembra corretto comprendere la tecnologia dei mezzi, ma anche la vita che fanno gli autisti, cosa vuol dire andare nei cantieri. Per la mia famiglia il rapporto umano con chi sta al volante è sempre stato centrale. Anche oggi, certo, ci serviamo dei software per la gestione della flotta, ma non manchiamo mai di fare quella telefonata in più per sapere se sta andando tutto bene, per far sentire la nostra vicinanza a chi è lontano. Considerate che abbiamo una sorta di debito nei confronti della categoria: sono stati proprio gli autisti ad aiutare nonna quando si è ritrovata da sola, e oggi molti di loro hanno lasciato il posto ai figli che continuano a lavorare all’interno della nostra grande famiglia”.

Chiara – chiediamo – come vive da donna il suo ruolo in azienda? “Non è certamente un lavoro usuale per una ragazza, anche se ogni tanto se ne incontra qualcuna alla guida di autobus, ma anche di camion. Purtroppo l’Italia non è ancora pronta, e parlo soprattutto della rete infrastrutturale: le aree di sosta non sono attrezzate e sicure, e io spero che in futuro la situazione cambierà, anche considerando la difficoltà attuale di reperire autisti. Mi auguro che presto le donne possano avere una chance reale. Quanto ai rapporti con i dipendenti, generalmente mi rispettano, certo non posso far finta di non sapere che questo dipenda talvolta anche dal fatto che sono la figlia del titolare, ma incontro spesso persone, anche nei cantieri, che fanno di tutto per sminuirmi. Ma ci stupiamo? È risaputo: in questo settore, forse più che in altri, una donna deve dimostrare il doppio. Ma io non mi faccio intimorire e vado avanti per la mia strada, le risposte da dare a chi si rivolge a me in modo sgarbato certo non mi mancano”.

ALTRO CHE GIACCA E CRAVATTA!

“La Bergamin – interviene Alessandro Bellamio – è un’azienda di riferimento per la zona, una realtà che nonostante la grandezza mantiene valori ancora forti: è impossibile, ad esempio, trovare il padre di Chiara seduto alla scrivania in giacca e cravatta, è più probabile scorgerlo sotto ai camion in tuta, insieme ai suoi dipendenti, che lavora alla pari. E Chiara sta seguendo l’esempio. Nonostante i 100 camion a parco, le persone che dirigono questa azienda lo fanno con un’umiltà e un attaccamento al lavoro che non si vede spesso, e la vetrina di tutto questo è in bella mostra il sabato, quando si possono ammirare davanti alla sede i camion tutti schierati, lucenti e puliti”. “In questo settore, e anche nella nostra azienda – conclude Chiara – ci sono pochi giovani, d’altra parte per la patente è richiesto un investimento non indifferente, da sborsare a scatola chiusa, ancora prima di sapere se quella vita farà per te. È un mestiere che richiede un sacrificio importante, soprattutto quando si ha una famiglia, ed è per questo che noi cerchiamo di costruire rapporti umani con i nostri autisti, e sì, anche mettendo tra le loro mani camion prestazionali come gli Scania: dicono che guidarlo sia ‘pura emozione sensoriale’ e noi siamo ben felici di farli lavorare con il sorriso”.

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