Wista Italy chiede parità nei porti: “Quote rosa per le Autorità Portuali”

4 Agosto 2025
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Lettera aperta della presidente Costanza Musso: nessuna donna alla guida dei porti italiani nelle nuove nomine. Wista Italy propone misure correttive per superare il divario.

Nonostante la presenza di centinaia di donne impiegate nelle Autorità di Sistema Portuale – pari al 46% del personale, con il 47% nei ruoli di quadro e il 31% tra i dirigenti – le recenti nomine dei presidenti degli enti portuali italiani non includono alcuna figura femminile. Wista Italy, associazione che riunisce le professioniste dello shipping, lo denuncia apertamente con una lettera firmata dalla presidente Costanza Musso. Una constatazione che pesa: negli ultimi trent’anni solo due donne hanno ricoperto la carica di presidente e sei quella di segretario generale, a fronte di circa 300 nomine. “Le competenze ci sono – scrive Musso – e l’assenza femminile nei ruoli apicali è un segnale negativo per l’intero settore”.

Quote rosa nei porti: un acceleratore necessario

In assenza di un riequilibrio spontaneo, Wista Italy propone l’introduzione delle quote rosa anche nel sistema portuale. Una misura non ideale, ma efficace: nei CdA delle grandi imprese italiane, l’obbligo normativo ha portato la componente femminile dal 7% al 44% in dieci anni, con riscontri anche in termini di performance. Il settore portuale italiano, sottolinea la lettera, non può permettersi di escludere metà della popolazione dalle scelte strategiche. La proposta mira a favorire un ricambio culturale, consolidando percorsi di carriera equi e valorizzando le competenze, indipendentemente dal genere.

Un appello alle istituzioni per invertire la rotta

La richiesta è rivolta direttamente alla Presidenza del Consiglio, al Ministero delle Infrastrutture, alle Commissioni competenti e alle Regioni. “Non si tratta solo di parità di genere – osserva Musso – ma di sviluppo e qualità delle istituzioni”. Wista Italy ricorda anche i passi avanti compiuti negli ultimi anni: politiche di inclusione, mentoring, ambienti di lavoro più equi. Ma il tetto di cristallo resta, ed è per questo che si chiede un intervento deciso. Perché cambiare le regole, oggi, significa sbloccare risorse decisive per il futuro del sistema portuale italiano.

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